La Flai e la Cgil siciliane chiedono una norma nazionale a tutela dei lavoratori agricoli occupati a tempo determinato che hanno perso molte giornate di lavoro a causa delle calamità naturali. Tante in Sicilia negli ultimi mesi, una per tutte l’alluvione dello scorso ottobre nella Sicilia orientale, con danni ingenti all’agricoltura, alle aziende e calo occupazionale per i braccianti, “che non godono – sottolineano il segretario generale della Flai regionale, Alfio Mannino e il numero uno della Cgil siciliana, Michele Pagliaro- di ammortizzatori”.

Nei giorni scorsi Fai, Flai e Uila hanno scritto al Presidente della regione e all’assessore regionale all’agricoltura chiedendo loro un intervento presso il governo nazionale per assicurare le tutele ai braccianti siciliani. In Senato sono attualmente in discussione misure che riguardano le tutele per i braccianti agricoli di Puglia e Calabria.

“Noi- dicono Pagliaro e Mannino- chiediamo che vengano estese, con un apposito emendamento, alla Sicilia, con questo obiettivo abbiamo scritto ai parlamentari eletti nell’isola affinchè predispongano un apposito emendamento”.

Il provvedimento in questione prevede nelle zone colpite da calamità, l’integrazione al reddito, anche per i due anni successivi,tramite il Fondo di solidarietà nazionale. La proposta sindacale unitaria specifica la richiesta che ai lavoratori a tempo determinato venga riconosciuto ai fini previdenziali e assistenziali, in aggiunta alle giornate lavorative prestate, un numero di giornate necessarie al raggiungimento di quelle lavorative effettivamente svolte nell’anno precedente, stendendo il ai piccoli coloni e compartecipanti familiari.

“Più volte- dicono Pagliaro e Mannino – abbiamo purtroppo dovuto constatare il completo disinteresse del governo nazionale verso il mondo bracciantile, né segnali incoraggianti sono finora venuti dal governo regionale al quale da tempo sollecitiamo un incontro per definire le modalità di intervento sul governo nazionale”.

I due sindacalisti ricordano la reintroduzione dei voucher e la messa in discussione della legge sul contrasto al caporalato “fenomeno – affermano- che in Sicilia prosegue nell’indifferenza delle istituzioni”. Tra i segnali del “disinteresse del governo verso la categoria”, Mannino e Pagliaro citano “quota 100, che non tiene conto della discontinuità del lavoro agricolo e neanche della sua caratteristica usurante”.

Per ultimo la mancata tutela dei lavoratori siciliani che subiscono le conseguenze degli eventi calamitosi. “Chiediamo un’inversione di rotta- concludono- e il sostegno per questo obiettivo di tutte le istituzioni e il mondo politico
siciliani”.