“Impegniamo il Governo a candidare la Sicilia quale hub internazionale per il reshoring, quel fenomeno economico che consiste nel rientro in Italia delle industrie delocalizzate all’estero. Chiediamo con forza che, nell’ambito delle zone economiche speciali (Zes), ci sia una riforma che consenta di incrementare i poteri economici, promozionali e amministrativi dei commissari e dei presidenti”. Questa la sfida lanciata oggi a Palermo da Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia occidentale, nel corso del convegno “Noi, il Mediterraneo”.

L’evento “Noi, il Mediterraneo”

Moderati dai giornalisti Nicola Porro e Luca Telese, sono intervenuti, in collegamento, i ministri Nello Musumeci e Matteo Salvini, trattenuti a Roma dalla convocazione del Consiglio dei Ministri, mentre il viceministro Edoardo Rixi, colpito da un attacco febbrile, ha inviato un messaggio. Con loro e con il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, il presidente del Tribunale di Palermo Antonio Balsamo, e il comandante della Capitaneria di porto di Palermo e direttore marittimo della Sicilia occidentale, Raffaele Macauda, erano presenti importanti stakeholder, imprenditori, opinionisti e rappresentanti del mondo della finanza e dello shipping: Cristina Busi Ferruzzi, Matteo Catani, Simone Demarchi, Edward Luttwak, Paolo Mieli e Massimo Ponzellini.

Monti “Sicilia ha possibilità di essere centro effettivo dell’Europa”

Secondo Monti, sostenuto dagli interventi degli ospiti, “per la prima volta forse dal dopoguerra a oggi la Sicilia ha la possibilità di diventare il centro effettivo non solo del Mediterraneo ma anche di un’Europa che dovrà trovare, attraverso l’Italia, nuove forme di dialogo politico e, soprattutto, economico con i paesi del Nordafrica e con quelli del Medioriente”.

Un parere condiviso dagli interventi degli ospiti presenti, o collegati da remoto come i ministri Musumeci e Salvini.

Ancora Monti: “Non sembri un’ipotesi fantasiosa: si tratta, al contrario, di una possibilità più che concreta, conseguente al reshoring industriale post-globalizzazione, alla crisi energetica e al rilancio di mercati che potranno trovare nell’Italia, e in primis in Sicilia, professionalità e risorse imprenditoriali indispensabili per ridisegnare un loro futuro nell’ambito di quella che oggi potrebbe nascere qui, a Palermo, e che si chiama “comunità mediterranea”. È il momento di credere e agire di conseguenza, superando ritardi, burocrazia e pizzi che hanno penalizzato negli ultimi cinquant’anni il ruolo dell’Italia”.

Come emerso dal convegno, il recente intervento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sull’hub energetico italiano, si sposa con il riassetto in atto nell’interscambio marittimo mondiale e con la necessità di disporre, al centro del Mediterraneo, non solo di una piattaforma strategica dal punto di vista geopolitico, ma anche di una base strategica produttiva ed economica in grado di confermare con fatti concreti – e l’idea di una revisione globale delle norme sulle zone economiche miche speciali e sulle zone franche può rappresentare la chiave di volta – che la Sicilia ha tutte le caratteristiche per diventare il fulcro di una nuova Europa proiettata a sud.

L’attacco alla macchina burocratica

Dopo aver assistito alla dichiarazione di impegno senza se e senza ma assunta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, in merito alla realizzazione del ponte sullo Stretto, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Pasqualino Monti ha ricordato come tutti gli obiettivi infrastrutturali, anche relativi a opere bloccate da decenni, siano stati raggiunti nel porto di Palermo e siano diventati realtà concreta. E proprio alla luce di questo successo, Monti ha lanciato, o meglio, ribadito il suo “j’accuse” contro la macchina burocratica che – ha detto – rappresenta il vero “tumore del Sistema Italia” e che ha trovato in passato terreno fertile nel Ministero dell’Ambiente”.