Diciassettesimo giorno di presidio allo svincolo di Irosa, in prossimità dell’asse autostradale che collega Palermo a Catania.
Oggi è il turno dei Comuni di Nicosia (En) e Tusa (Me). Hanno raggiunto la postazione, all’interno di un camper (coordinata dal comitato regionale per l’istituzione delle zone franche montane in Sicilia) il primo cittadino di Tusa, Luigi Miceli, il presidente del Consiglio Comunale di Nicosia, Ivan Bonomo e l’assessore all’agricoltura Antonino Mancuso Fuoco.

«Non rivendichiamo alcun privilegio né favori – dichiarano Vincenzo Lapunzina e Enzo Spinelli, in rappresentanza del comitato – con questo strumento di politica economica rivendichiamo solo diritti, in un momento in cui si pensa solo a elargire prebende».

Per Luigi Miceli «l’approvazione della Legge istitutiva delle zone franche montane e la conseguente fiscalità di sviluppo, costituisce un atto di amore che lo Stato deve fare nei confronti di una parte del proprio territorio, facendo ciò che un padre dovrebbe fare per i propri figli».

«Questa norma di politica economica – dichiarano Ivan Bonomo e Antonino Mancuso Fuoco – è a noi tanto cara sia perché la seguiamo fin dall’inizio, che per la portata e i risvolti che avrà per tutti gli operatori economici delle terre alte di Sicilia. Auspichiamo maggiore coinvolgimento di tutte le comunità interessate e chiediamo al governo regionale di condividere incondizionatamente la proposta approvata all’unanimità dall’Ars il 17 dicembre 2019».

Tanti i sindaci ed i rappresentati istituzionali che si sono sinora recati in visita al presidio.
Qualche giorno fa, al camper a Irosa, è arrivato anche il presidente del Parco delle Madonie, Angelo Merlino, che ha dichiarato: «Chi come me ha l’onore e l’onere di guidare un Parco Naturale non può che condividere l’iniziativa portata avanti dal comitato promotore dell’istituzione delle ZFM. L’articolo 3 della Costituzione Italiana prescrive che sia compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale e che impediscono il pieno sviluppo. Si tratta di una battaglia affinché si possa ottenere un futuro migliore per quei territori che fanno parte del Parco delle Madonie, ma delle aree Parco in generale, perché rappresentano a pieno il concetto di aree interne e marginali e che quindi necessitano di interventi concreti che ne permettano lo sviluppo e la programmazione per i prossimi anni, se non per dire decenni».

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