“Il governo regionale mette a rischio la norma sulle Zone franche Montane siciliane“. È questo l’allarme lanciato dal comitato che annuncia una conferenza stampa programmata per i primi giorni del 2022. “Per rappresentare i dettagli della vicenda che sembra uscire da un copione del Teatro dell’Assurdo”, dice Vincenzo Lapunzina Presidente dell’associazione Zfm.
Un iter che dura da oltre 2451 giorni
Il 24 dicembre la Giunta regionale ha emanato un atto d’indirizzo al Dipartimento regionale della Programmazione al fine di “adottare tutte le iniziative, finalizzate alla defiscalizzazione, per circa 100 milioni di euro, a sostegno delle imprese operanti nelle zone franche montane siciliane”, individuate con la Delibera di Giunta del 21 settembre scorso. “Nella giornata di ieri abbiamo appreso del contenuto della Delibera, è in antitesi con la formulazione suggerita dal Governo e dalla Commissione Finanze e Tesoro del Senato, oltre che dalla Ragioneria Generale dello Stato e silura, sostanzialmente, l’iter parlamentare e il faticoso percorso che dura da oltre 2451 giorni”.
Comitato sbigottito
“Naturalmente ci opporremo con determinazione, anche perché non è una soluzione concertata e condivisa con il Comitato regionale per l’istituzione delle zone franche montane in Sicilia. Rimaniamo sbigottiti leggere di un intento che dal 17 dicembre 2019, giorno in cui è stata approvata la Legge voto, avrebbe potuto costituire oggetto di confronto con l’ARS, in primis, con le Commissioni interessate al Senato e, in ultimo, ma non per ultimo, con il Comitato”.
I continui appelli
Il comitato ora fa appello ai presidenti Miccichè e Musumeci, che il 13 dicembre scorso ha garantito ad alcuni sindaci di destinare 20 milioni di euro alla start up della Legge, affinché la linea dettata dall’assessore al Bilancio – Armao nell’esecutivo rappresenta Forza Italia – venga messa in discussione, nell’interesse di chi ancora resiste nelle aree ignote dell’Isola. “I venti milioni di euro indicati dal presidente Musumeci sono stati appostati dal Governo Draghi nella Legge di Bilancio 2022 e sono una parte dei 100 milioni previsti per compensare gli “svantaggi strutturali derivanti dalla condizione d’insularità”.
100 milioni non bastano
Il ricorso alla “formula” dell’insularità per il finanziamento della Legge ci era stato anticipato nel corso di un incontro avvenuto al MEF il 3 agosto scorso, necessario per mettere la norma al riparo della Giustizia della concorrenza, appellarsi alla terminologia piuttosto che alla sostanza è un deprecabile torto fatto alle comunità delle Terre alte di Sicilia. Cento milioni di euro, o i venti auspicati dal presidente Musumeci, non sono bastevoli per la messa a regime della norma di politica economica ma risultano essere indispensabili per definire l’iter legislativo al Senato, quindi alla Camera, così come espressamente indicato in due accorati appelli inviati al presidente Musumeci dal senatore Luciano D’Alfonso, presidente della VI Commissione di Palazzo Madama. Sul caos, volutamente generato, abbiamo solo una certezza: i nominativi degli autori” conclude lo stesso Vincenzo Lapunzina, presidente dell’Associazione zone franche montane Sicilia.
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