Una sentenza del giudice di pace rischia di azzerare tutte le multe della Ztl anche a Palermo. Il giudice ha annullato una multa perché la distanza tra i cartelli e le telecamere deve essere di 80 metri.
Pare, secondo le prime verifiche nei varchi attivi che la distanza sia inferiore. Marcello Robotti presidente Associazione Vivo Civile faranno le verifiche e chiederanno conto all’amministrazione comunale di questa falla nel sistema. L’associazione chiederà che anche gli uffici facessero lo stesso.
Da alcune prime verifiche pare che la distanza a Palermo sia da 60 metri fino a 25 metri.
Sotto la lente soprattutto i varchi di Corso Vittorio Emanuele e via Cavour. Problemi anche per quello di via LIncoln, Potrebbe essere un’altra tegola sul provvedimento che sta dividendo i palermitani e ha creato diverse fazioni.
Se stai percorrendo in auto una strada del centro città che non conosci bene. D’un tratto, ti trovi davanti a un cartello che ti avvisa della presenza delle Ztl. Non appena lo vedi, freni di colpo; ciò nonostante, dopo qualche settimana, ti arriva la multa a casa.
La parte anteriore del veicolo ha evidentemente superato la “linea ideale” oltre cui valeva il divieto di transito per i veicoli non autorizzati. Hai il forte sospetto che, più che un tuo errore, si è trattato di un comportamento malizioso da parte del Comune per sanzionare chi, come te, è poco esperto delle vie cittadine e, magari, non conosce tutti i divieti. Ti chiedi se vi sia una garanzia per gli automobilisti che si trovano nella tua stessa situazione. Esiste una legge che stabilisca qual è la distanza tra telecamera e cartello Ztl?
La risposta è stata data da una recente e interessantissima sentenza del giudice di pace di Cosenza.
Il problema delle telecamere a ridosso delle Ztl e la ‘truffa’ agli automobilisti
Chi conosce il capoluogo calabrese sa, infatti, quante multe siano state di recente elevate dalle telecamere che l’amministrazione comunale ha inteso installare, dall’oggi al domani, in una zona che, per anni, è stata sempre libera al traffico.
D’un tratto, però, i cosentini si sono trovati a far i conti con un divieto inaspettato. Risultato: in molti hanno frenato solo davanti all’inequivocabile cartello. Ma troppo tardi: le telecamere sono piantate a ridosso della segnaletica, captando così le targhe dei malcapitati.
Di qui, una serie di numerosi ricorsi al giudice. C’è stato chi ha impugnato le multe per l’equivoca dizione del segnale luminoso: “varco attivo” che farebbe pensare a un passaggio “aperto” e non, invece, proibito. Tant’è che questa estate lo stesso ministero ha imposto di cambiare la dizione in “Ztl attive” (leggi Ztl: la scritta “varco attivo” diventa illegittima).
C’è stato, invece, chi ha contestato proprio il posizionamento delle telecamere ritenendo che tra le stesse e il segnale stradale dovesse esservi un margine di spazio minimo per consentire la “retromarcia” dei distratti. Ma qual è la distanza tra telecamera e cartello Ztl? Ecco il chiarimento.
Esiste una distanza tra cartello Ztl e telecamera?
La segnaletica dalla Ztl deve essere posta ad almeno 80 metri dalla telecamera all’ingresso della zona a traffico veicolare limitato. E ciò perché la distanza minima indicata dal regolamento di attuazione al Codice della strada serve a consentire al conducente di cambiare direzione al veicolo senza mettere in pericolo sé stesso e gli altri utenti della strada. Risultato: sono nulle le multe elevate nei casi in cui l’ente locale non abbia rispettato questo spazio minimo.
Nel caso di specie, sono risultate decisive le foto depositate dai legali della difesa: il divieto di ingresso nella Ztl era stato posto a soli trenta metri dall’apparecchiatura elettronica e in alcuni casi perfino a venti. Tutto ciò rende disagevole per il conducente percepire l’approssimarsi della Ztl, senza dimenticare che la distanza adeguata dallo strumento di rilevazione va accertata anche in funzione della velocità consentita.
La scritta varco attiva è illegittima
Il giudice trova occasione poi di soffermarsi sulla non corretta comunicazione all’utenza stradale: non è abbastanza chiara la dicitura «Varco attivo» riportata sul display del dispositivo di rilevamento automatico.
La dizione «Varco attivo» presuppone che tutti conoscano il funzionamento del sistema di telecamere che presidia la Ztl: non sono i varchi, meri passaggi di ingresso nella zona, a essere «attivi», ma lo sono gli strumenti di rilevamento elettronico; dunque, chi passa viene multato. I passaggi, osserva invece il giudice, possono essere “aperti” o “chiusi”. Insomma: sarebbe più corretto scrivere sul display «accesso solo autorizzati» oppure «accesso libero», possibilmente con un carattere più grande.
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