Sulla vicenda della tanto contestata Ztl a Palermo interviene anche Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia. “Le ZTL sono una cosa seria – spiega – utili per ridurre le automobili in circolazioni, abbassare i livelli di smog e tutelare la salute dei cittadini. Ma a Palermo, c’è ormai il serio rischio che questo strumento, temporaneo e selettivo rischia di fallire, perché pensato e previsto con norme e modalità sbagliate e non equilibrate. Si può trasformare in un boomerang per l’Amministrazione comunale, che dovrebbe avere maggiore capacità di ascolto”.

Zanna continua: “Ribadiamo che, secondo noi, non può essere una tassa per chi continua ad inquinare, tra l’altro facendo pagare la stessa quota agli utenti senza tenere conto della “capacità d’inquinamento” della loro auto; è molto penalizzante per i residenti, che dovrebbero comunque avere delle corsie privilegiate; le risorse economiche raccolte devono essere finalizzate a nuovi investimenti per mezzi di trasporto pubblico non inquinanti e non per coprire le spese dei tram che, tra l’altro, neanche arrivano nel centro storico.
Inoltre, questione che nessuno solleva, dove sono le centraline in centro storico per monitorare l’aria?
Auspichiamo fortemente che l’Amministrazione Orlando faccia una riflessione e avvii un confronto, perché un certo apparente decisionismo è inutile e ci porta, tutti, tutta la città, a sbattere, magari in qualche ricorso propagandistico”.

Il ricorso di cui parla Zanna è stato notificato ieri mattina al Tar. A promuoverlo associazioni, residenti, commercianti (già circa 200 i firmatari) che si oppongono alla delibera del Consiglio comunale di aggiornamento del contratto di servizio con l’Amat nella parte in cui si prevede un corrispettivo di 30 milioni di euro per la società partecipata derivante dalle tariffe delle Ztl nonché le successive delibere della Giunta e gli atti dei dirigenti che hanno ulteriormente disciplinato le stesse tariffe.

Come spiega Nadia Spallitta, la vicepresidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo, il ricorso si fonda su molteplici contestazioni. Eccole in dettaglio: la mancanza dell’obbligatorio e preventivo regolamento istitutivo delle tariffe Ztl; il mancato inserimento tra gli allegati del Bilancio 2015 delle tariffe Ztl e la mancata previsione tra le entrate e le uscite nel bilancio comunale delle stesse; la mancata definizione del Put, atto propedeutico e indispensabile per l’introduzione di Ztl a pagamento. Il Consiglio infatti ha votato il Pgtu, ma l’iter di definizione di questo strumento rivolto a garantire limiti e riduzioni all’inquinamento e le norme di sicurezza stradale non si è completato. Mancano i piani particolareggiati ed esecutivi previsti dalle circolari ministeriali del 1997, attuative del Codice della Strada.

Le ragioni del ricorso sono numerose. E ancora: la violazione del Codice della Strada che impone che il Put sia aggiornato ogni due anni. Al riguardo la giurisprudenza del Tar ha affermato che in mancanza di aggiornamento non si possono introdurre tariffe per le Ztl; la violazione delle norme del Cds e delle circolari ministeriali attuative che disciplinano in modo dettagliato la funzione, le caratteristiche e le modalità di attuazione sia delle Ztl che delle tariffe, in modo tale da garantire la sostanziale esenzione per residenti e domiciliati e sicuramente una differenziazione che tenga conto della capacità di inquinamento dei mezzi e che rappresenti un disincentivo all’uso del mezzo privato a favore di quello pubblico. Tali prescrizioni sono strettamente collegate con studi di settore aggiornati che individuino le aree di concentrazione dell’inquinamento atmosferico. Per cui Ztl e tariffe devono essere calibrate in relazione a questi elementi.

A questi motivi se ne aggiungono numerosi altri di carattere tecnico, relativi per esempio alla natura tributaria di queste tariffe che tuttavia, pur rappresentando una indiscriminata imposizione fiscale, non ha le caratteristiche di tutela dell’utente legate per esempio alla capacità contributiva dell’utente. Alcuni dei motivi spiegati, tra l’altro, sono stati oggetto di accoglimento da parte di sentenze del Tar Palermo del 2008 e del Tar Campania nel 2014. Per cui è auspicabile che anche in questa circostanza i giudici accolgano le istanze di tanti cittadini.

“Al riguardo – dice Spallitta – ritengo che sia opportuno che l’Amministrazione sospenda in via cautelare l’applicazione delle tariffe per evitare di arrecare un danno all’erario e di dovere quindi restituire i soldi ai cittadini nel caso di sospensione dei provvedimenti da parte del Tar. Del resto, dal momento che il bilancio di previsione 2016 non è stato ancora approvato e le somme non sono registrate in alcun bilancio comunale, in nessuno modo le entrate derivanti dalle Ztl potrebbero essere utilizzate per il tram.
Ritengo che sia necessario – conclude – adottare misure idonee per ridurre l’inquinamento atmosferico, adeguate alla città ed efficienti. Diverse, quindi, da quelle previste dell’Amministrazione che si estendono a una vasta parte del territorio senza essere accompagnate da un adeguato e aggiornato accertamento dei risultati (in termini ambientali) che le attuali Ztl potranno determinare. In altri termini si chiede un sacrificio ai cittadini senza alcuna garanzia che questo sacrificio sia quello effettivamente utile rispetto alla funzione del provvedimento stesso e dunque utile per la riduzione dell’inquinamento atmosferico”.

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