Cancelleri, Falcone e il caro estinto. Sembra quasi un titolo di pirandelliana memoria. Ma è una storia un po’ thriller, un po’ farsa, con il fantasma delle province a volteggiare ancora sulla politica siciliana. La loro abolizione venne celebrata nel 2013 come il sigillo del “Modello Sicilia”, la collaborazione informale tra due forze politiche (il Pd e il Movimento Cinquestelle) che sino ad allora s’erano guardate in cagnesco. Ed è un eufemismo.

Come ogni fantasma che si rispetti, lo spirito delle ormai ex Province ogni tanto torna a manifestarsi. Additate come simbolo di ogni spreco e ogni mascalzonata della casta politica, le province siciliane vennero liquidate in diretta tv. Da allora,  quegli enti non hanno erogato alcune servizio. Per non farle esistere, però,  è stato speso quasi un miliardo. Quando si dice, il caro estinto.

Il fantasma delle province, il duello Cancelleri/Falcone

Sul tema, Gianfranco Cancelleri e Marco Falcone hanno duellato nel corso dell’ultima puntata a Casa Minutella. I due politici hanno in comune la stessa delega. Si occupano di infrastrutture. Cancelleri lo fa da Roma come sottosegretario di Stato. Falcone si occupa della stessa materia per il governo siciliano. Tra i due è nata qualcosa di più d’un intesa, tanto da far ipotizzare al grillino Cancelleri  la conferma di Falcone alle infrastrutture, in caso di sua elezione alla presidenza della regione.

Cancelleri e Falcone, l’idillio spezzato

Sulla vexata quaestio delle Province siciliane, l’idillio s’è spezzato. Falcone e Cancelleri sono divisi da innumerevoli tentativi di riforma (della riforma che cancellava le province, ovviamente), tutti mestamente affondati all’Assemblea regionale. L’ultimo voto è solo di qualche giorno fa. Governo Musumeci battuto in aula ed opposizioni a festeggiare l’ennesimo martirologio delle province.  Per non dire del modo con cui gli Ermellini hanno disintegrato la legge nazionale, la Delrio (ormai a pieno titolo, la famigerata Delrio), norma che sanciva la cancellazione degli enti provinciali. Una Waterloo per tutti i detrattori dell’ente inutile per antonomasia.

Corte Costituzionale boccia la riforma nazionale firmata da Delrio

A spezzare la liasion, seppure ben infrastrutturata, tra Cancelleri e Falcone ci ha pensato Manlio Viola, direttore di Blogsicilia. A Casa Minutella ha ricordato agli ospiti l’opportunità di  una riflessione sul futuro delle province, proprio alla luce del voto dell’Ars e della sentenza della Corte Costituzionale.

Chi riformerà la riforma?

Falcone non ha esitato ad attaccare: ”Abolire le province è stato un errore. La colpa è di chi ha voluto eliminare le province nel 2014. Purtroppo ci fu l’accordo tra Pd e Cinquestelle, il famoso Modello Sicilia. Allora si ritenne erroneamente che abolendo le province avremmo risolto i nostri problemi. Non soltanto non li abbiamo risolti, ma li abbiamo aggravati”.  Il sottosegretario “tradito”, tuttavia, avrà la forza di replicare con la più scontata – ma oggettivamente credibile – delle contestazioni: “Caro Marco, avremo pure sbagliato a fare quella riforma, ma voi da cinque anni siete al governo.  Perché non avete cambiato la nostra riforma se pensavate che fosse sbagliata?”. Una cosa adesso è chiara. Senza la riforma della riforma che cancelli la cancellazione delle province, il pasticciaccio brutto  non verrà mai sciolto.

 

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