Jaime Rolando Urbina Torres, sindaco della cittadina di Tantará, nella regione di Huancavelica, in Perù, probabilmente, pensava che fosse imbarazzante, per lui essere arrestato per aver violato il lockdown, imposto anche nel paese sudamericano per l’imperversare dell’epidemia di coronavirus. Ma è diventato famoso suo malgrado per l’escamotage pensato per sfuggire alle manette e clamorosamente fallito: si era finto morto, sistemandosi in una bara, con tanto di mascherina al volto.

Urbina Torres voleva fingere di essere una delle vittime del virus e confondere gli investigatori, ma gli è andata male ed è stato arrestato. L’uomo aveva violato la quarantena per unirsi agli amici e andare a bere. Quando è stato tratto in arresto era ancora ubriaco, come i suoi amici. Ovviamente, è stato portato in commissariato, dove gli è stato notificato l’arresto.

Il Perù è il secondo paese dell’America Latina con il maggior numero di casi, dopo il Brasile. Mercoledì 20 maggio, il paese ha aggiunto 100.000 casi e superato 3.000 morti, che, secondo l’agenzia di stampa, ha portato gli ospedali sull’orlo del collasso. Ma per Urbina Torres, evidentemente, non è una emergenza, tanto che i suoi concittadini lo accusano di aver spesso lasciato Tantarà e di non aver puntualmente applicato le misure anticovid decise dal governo.

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