Valanga di adesioni alla manifestazione per la pace che si terrà a Comiso il 4 aprile. Si andrà tutti in piazza 40 anni dopo la storica marcia alla quale partecipò Pio La Torre per chiedere la fine della guerra in Ucraina.

A Comiso previsto l’arrivo di migliaia di persone

E si moltiplicano giorno dopo giorno le adesioni alla manifestazione per la pace che si terrà a Comiso lunedì 4 aprile alle 16.30 su iniziativa di un cartello che vede insieme il mondo del lavoro, le associazioni antimafia, il mondo della cooperazione, la società civile, le istituzioni. Nella cittadina del ragusano è previsto l’arrivo di migliaia di persone da tutte le province, con pullman e mezzi propri.

L’appello per la pace

Nel quarantesimo anniversario della storica marcia alla quale partecipò anche Pio La Torre, ucciso dalla mafia 26 giorni dopo anche per le sue battaglie pacifiste, si torna a Comiso per chiedere la fine della guerra in Ucraina e il disarmo, affermando la pace quale condizione indispensabile per lo sviluppo sostenibile e il benessere delle comunità, unici obiettivi verso i quali devono andare gli investimenti delle nazioni.  L’appello lanciato dai promotori è stato condiviso da associazioni, istituzioni, partiti ed esponenti politici e della società civile. Tra le adesioni quelle di molti eurodeputati e Comuni della Sicilia. L’appuntamento è in piazza Baden Powell, dalle 16.30.

Manifestazioni anche a Palermo

“Fuori la guerra dalla storia”. Questo lo slgan del presidio per la pace di ogni domenica, dal 3 aprile, a Palermo. Si tratta di un presidio di pace ed un appello sottoscritto da associazioni, organizzazioni, cittadine e cittadini organizzato a piazza Vittorio Veneto, il monumento dedicato ai caduti della Prima guerra mondiale.  La manifestazione si terrà tutte le domeniche fino a quando non finirà la guerra.  “Noi donne vogliamo cancellare l’idea stessa di guerra, anacronismo distruttivo che contraddice ogni concezione di progresso e umanità. Vogliamo trasformare l’ordine della forza e del dominio, che genera guerra e morte, nell’ordine dell’amore e della cura che genera vita”,  si legge nell’appello.