Duro affondo del giudice del tribunale di Ragusa, Andrea Reale, 47 anni, originario di Siracusa, che denuncia il sistema delle correnti nella magistratura, capace di determinare anche in Sicilia le carriere dei togati e di tutelarne i privilegi. In un’intervista rilasciata ad Alessandro Ricupero de La Gazzetta del Sud, il giudice non usa mezzi termini per dipingere una situazione allarmante, balzata alla cronaca dopo il  caso Palamara.

“Si utilizzano la associazione – dice il giudice del tribunale di Ragusa, Andrea Reale – e le correnti per fare carriera. Per avere privilegi e visibilità. C’è una proposta che risale al 2011 che avrebbe dovuto modificare lo statuto dell’Anm: chi fa associazione, per almeno 5 anni successivi non può ricoprire alcun incarico istituzionale”.

In merito alla situazione in Sicilia, il giudice ha lanciato delle pesantissime accuse. “Il sistema delle correnti è capillare. Non c’è una realtà in tutta Italia, Isole comprese, che sia avulso – dice Reale nell’intervista a La Gazzetta del Sud – dal sistema delle correnti. Dove le correnti sono più forti hanno maggiore possibilità di decidere le nomine. E’ un sistema abusivo ed illegale. A Catania il maggior numero di consensi è per Unicost che ha il monopolio su tutte le attività. Chi non appartiene alla corrente è fuori dagli incarichi. A Palermo c’è maggiore pluralismo, perchè ci sono più correnti negli organismi di rappresentanza, ma rispecchiano il sistema. Sarebbe necessario lo scioglimento dei gruppi al Csm. Ma voglio essere ancora una volta chiaro: non parliamo delle persone, parliamo di un metodo che non va bene per nessuno. Raffaele Cantone non può stare 8 anni fuori dai ruoli e poi rientrare con una nomina a capo di uno degli uffici più importanti d’Italia. Forse abbiamo tutti dimenticato l’email del consigliere del Csm Francesco Vigorito, resa pubblica per errore, nella quale manifestava dubbi per una nomina per le “pressioni interne” della corrente rispetto ad altri colleghi “più meritevoli”.