La protesta della Coldiretti, contro il caro bollette, si è tenuta anche a Ragusa. Gli agricoltori si sono presentati in piazza Matteotti, davanti al palazzo del Comune per denunciare il rincaro che rischia di mettere in ginocchio un settore strategico, specie nel Ragusano dove l’economia agricola incide in modo forte sul Pil  del territorio.

Il sindaco di Ragusa con i manifestanti

Al fianco della Coldiretti il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, che ha manifestato il suo sostegno al comparto.

“La folla in piazza, che anziché lavorare e produrre oggi ha sentito la necessità di alzare la voce, dimostra quanto grave sia il problema. Tanta gente che non vuole di certo stare a sentire parlare del problema stesso, ma delle soluzioni: ognuno pensi a cosa può fare, nel suo territorio” dice il sindaco,

Autonomia energetica

Il sindaco ha anche posto il tema della dipendenza energetica che mostra la sua debolezza tutte le volte che si apre una crisi internazionale.

“Noi siamo in Sicilia, una terra -dice Cassì – che ha le risorse per produrre ogni forma di energia: possibile che dobbiamo sempre dipendere dagli altri? Questa crisi ci aiuti ad aprire la mente, a guardare a soluzioni strutturali, a realizzare gli impianti necessari”.

Sostegno alle aziende

“Con tutto ciò che abbiamo a disposizione, il Comune di Ragusa darà sostegno al comparto, porterà avanti, come ha fatto, concreti sgravi tributari; ma intanto si lavori affinché tra un po’ di mesi tanti lavoratori non debbano perdere un altro giorno di lavoro per scendere in piazza a protestare contro gli stessi problemi” conclude il sindaco di Ragusa.

Protesta in Sicilia

Stesse manifestazioni della Coldiretti anche a Palermo, Agrigento, Enna, Ragusa, Caltanissetta e Trapani.

L’allarme degli agricoltori

“La difficile situazione congiunturale determinata dal significativo aumento del costo dell’energia e dal parallelo aumento dei mangimi e dei concimi – dicono gli agricoltori, sta facendo venir meno una soglia di ‘soddisfazione’ per l’andamento delle imprese che stava risalendo e mettendo radici a partire dagli anni difficili che hanno fatto seguito alla grande crisi, prima finanziaria poi economica, del 2009″.

“Una soglia di soddisfazione che nel giro di pochi mesi è crollata dal 38% al 20%. Al di la di questo vissuto, a preoccuparci, tuttavia, sono soprattutto l’oscurità e l’incertezza per il futuro, con oltre 1 impresa su 5 (21%) che si dichiara incerta circa la situazione economica della propria impresa nei prossimi 12 mesi” concludono gli agricoltori.

 

 

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