Una garanzia di formazione professionale per tanti giovani, circa duecento, viene a meno a Ragusa. Dopo quasi 60 anni di attività, stop alle attività del Centro di formazione professionale dei Salesiani. Tre i corsi che venivano erogati: metalmeccanico, meccanico ed elettricista.

Undici gli operatori licenziati, a partire dal 12 gennaio, cinque quelli trasferiti in altra sede, cioè negli altri centri salesiani di Palermo, Gela e Catania.

La scelta di chiudere Ragusa apre la strada  a scelte analoghe che stanno maturando in altre città. uno ad uno rischiano di chiudere tutte le scuole di formazione gestite proprio dai salesiani,. Quella che resisterà di più sarà Palermo ma anche nel capoluogo, andando avanti così, il destino è segnato.

Come è tradizione i salesiani non fanno polemica, hanno gestito il sistema fino a che hanno potuto ma ora i soldi non bastano per pagare il personale, i ritardi accumulati sono insostenibili, la mancata rendicontazione dei corsi Oif ha causato buchi del 20% ogni anno in un sistema, quello cattolico, che non fa profitto ma usa i fondi pubblici fino all’ultimo euro per formare.

A questo si aggiungono i ritardi nel pagamento dei corsi precedenti che in alcuni casi e per alcuni enti risale al 2010, il ritardo nella pubblicazione dei bandi, un intero anno senza corsi. Una situazione ormai non più sostenibile.

Il rischio è che la stretta sulla Formazione porti il sistema ad espellere non le mele marce ma chi opera correttamente seguendo le regole, non crea margini di ampio profitto e sicurezza nel redigere i progetti, chi paga correttamente dipendenti e stretture e così via. Insomma il rischio è la distorsione (certamente involontaria) del sistema, che la situazione sia insostenibile per chi opera correttamente e possa diventare un grande affare per i furbi, pochi ma avvantaggiati.

 

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