La Polizia a seguito dello sbarco di ieri a Pozzallo ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di Alpha Oumar Bamgoura, nato in Senegal, di 25 anni e Mohammed Alnema Yusef, nato in Sudan, di 27 anni.
Secondo i testimoni sono loro che hanno condotto l’imbarcazione partita dalle coste tunisine. I responsabili del reato previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari.
Il reato è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza di Pozzallo ed una dei Carabinieri hanno sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria 2 scafisti.
I migranti sono partiti dalla Libia ed hanno pagato circa 600 dollari cadauno.
Grazie alle testimonianze è emerso che i due indagati si sono occupati, uno di timonare il gommone ed un altro di mantenere la rotta con la bussola.
Al termine delle indagini, gli scafisti sottoposti a fermo sono stati portati presso la casa circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea competente territorialmente.
Nel 2018 sono 8 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 112 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.
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