In Sicilia, già diversi sindaci hanno deciso, seppur a tempo determinato, di chiudere le scuole di competenza comunale.
Nel Siracusano, 5 amministrazioni (Palazzolo Acreide, Floridia, Portopalo, Lentini e Carlentini) hanno battuto questo sentiero, lo stesso è accaduto nel Palermitano con ben 9 Comuni che hanno sospeso le lezioni. Gli interventi di sanificazione restano l’unico strumento in mano ai sindaci, sotto la spinta dell’opinione pubblica locale, per sprangare gli istituti scolastici, tranne quelli superiori, ma non tutti concordano con questa linea, tra cui il primo cittadino di Ragusa, Peppe Cassì, che, in un intervento articolato sulla sua pagina social, ha spiegato le ragioni della contrarietà alla cosiddetta Repubblica dei Comuni.
“Se ogni sindaco, come alcuni vorrebbero in questa fase di crescente isteria, decidesse autonomamente e arbitrariamente di dichiarare la propria città zona rossa, gialla o arancione, di aprire o chiudere le scuole, sarebbe il caos nel Paese” afferma il sindaco di Ragusa, che richiama le parole del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte:” “No a iniziative improvvide da singoli enti locali ma un piano basato su rilevazioni scientifiche. Iniziative in contrasto con le norme nazionali, sono da considerarsi a tutti gli effetti illegittime”.
Cassì svela le pressioni politiche interne per spingerlo verso la chiusura delle scuole. “A Ragusa, invece, proprio M5S e Pd, sostenitori di Conte a livello nazionale, chiedono di “disobbedire” al governo, di prendere provvedimenti che sarebbero illegittimi, su tutti la chiusura delle scuole. E ciò pur in vigenza di norme che ne ribadiscono la apertura, ad eccezione delle superiori già da un paio di settimane in Didattica a distanza”.
“Comprendo allora quando questa istanza – dice Cassì – arrivi da genitori giustamente preoccupati (in molti chiedono invero di mantenerle aperte), ma è inconcepibile che giunga, con un linguaggio a dir poco irresponsabile, da chi ha un ruolo pubblico, e addirittura da chi rappresenta i partiti di Governo. Seguiamo costantemente la situazione e il confronto con le autorità sanitarie è continuo”.
E concludendo, il sindaco di Ragusa aggiunge: “Sarebbe facile per me dare ascolto a questo o a quello per cercare futile consenso, ma ho il dovere e la responsabilità di attenermi al rispetto delle regole a cui tutti siamo chiamati”
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