“Volevamo rassicurare il Presidente Casini che i ‘Forconi’ certamente ripartiranno ma con una variabile rispetto alla sue facili previsioni. Se alle Partite Iva dopo il fermo obbligato si propone di indebitarsi e per di più a discrezione della banca, cosa che comporterà la chiusura di migliaia di imprese, mentre al resto degli italiani, a cominciare proprio dai privilegiati della politica, arriva regolarmente lo stipendio sul conto pur con una prestazione pari quasi allo zero, i Forconi non si attrezzeranno per venire a Roma per cacciare solo Conte ma tutti e senza guardare all’appartenenza”.

Lo afferma all’Adnkronos il leader dei ‘Forconi’ siciliani, Mariano Ferro, commentando le dichiarazioni dell’ex Presidente della Camera circa l’ipotesi di prossimo epilogo dell’esecutivo con il Presidente Conte, che rischierebbe di essere cacciato con i ‘forconi’.

“Con una classe dirigente che ormai ci fa vergognare nei confronti del pianeta – aggiunge Ferro – nessuno che ne faccia parte da venticinque anni, ha il diritto di puntare il dito contro l’altro”.

“Se l’Italia è come non mai ad un passo dalla guerra civile – continua Ferro – lo si deve a tutti quelli che l’hanno massacrata approvando i tagli alla sanità rivelatisi tragici, la chiusura di ospedali e più in generale il decadimento verso la povertà e le diseguaglianze sociali che oggi presentano il conto al paese, le colpe gravi non hanno un solo capro espiatorio”.

“E Conte, che non intendiamo assolutamente difendere – avverte il leader dei Forconi – in queste gravissime responsabilità politiche per la tenuta del paese è solo l’ultimo arrivato”.

“Le attività produttive del bel paese – dice ancora Ferro – pesantemente inquinato da corruzione, mafie e politiche malate e colluse, che nonostante la tassazione allucinante mantengono viva l’economia del paese, pretendono da tutte le forze politiche la stessa facile liquidità che è lo stipendio di un parlamentare che tra l’altro, va ricordato, poco o nulla ha prodotto in questi due mesi”.

“Vorremmo anticipare a Casini e ai suoi colleghi – conclude Ferro- che se qualcuno chiederà agli italiani di fare ulteriori sacrifici, com’è ovvio che sarà, i primi a darsi da fare in maniera importante non potranno non essere proprio i responsabili delle politiche economiche del paese”.