Hanno 19 e 17 anni i due presunti scafisti fermati dalla polizia, a seguito dell’arrivo di ieri mattina della nave “Diciotti CP941” della Guardia Costiera Italiana. Sono entrambi di origine somala e sono stati identificati dalla Squadra mobile di Ragusa in meno di 24 ore.
La nave sbarcava presso il porto di Pozzallo 67 migranti, tratti in salvo la sera 19 ottobre dal rimorchiatore “Asso Ventinove”, poiché viaggiavano a bordo di un gommone in precarie condizioni di galleggiabilità causate dal sovraffollamento. Dopo aver tratto in salvo i migranti li trasferiva sulla nave “Diciotti” che successivamente li accompagnava presso il porto di Pozzallo.
Secondo i testimoni sono loro che hanno condotto l’imbarcazione, partite dalle coste libiche. Il delitto contestato è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro fra cui altri da identificare in Libia; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per averle sottoposte a trattamento inumano e degradante.
Le indagini erano iniziate ieri mattina immediatamente dopo l’arrivo della nave della Guardia Costiera, quando i migranti venivano trasferiti per essere ospitati nell’Hotspot di Pozzallo. Grazie al lavoro di un team di poliziotti esperti in tecniche investigative di contrasto dell’immigrazione clandestina è stato possibile raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine a due giovanissimi somali, indicati come coloro che hanno condotto il gommone partito dalle coste libiche. Sono state raccolte le dichiarazioni dei passeggeri (con il prezioso ed imprescindibile supporto degli interpreti) che non hanno avuto alcun dubbio rispetto alla condotta degli scafisti che fino a prima della partenza dialogavano con i libici.
I testimoni hanno raccontato di aver pagato circa 1.200 euro cadauno e descritto con molta precisione il ruolo degli scafisti, in particolar modo il maggiorenne teneva il timone ed il minore la bussola. Ancora una volta è stato utile estrapolare un video girato da uno dei passeggeri. La Squadra Mobile di Ragusa ha potuto riconoscere i due indagati mentre conducevano il gommone.
Al termine delle indagini, la Procura della Repubblica di Ragusa e la Procura per i Minorenni di Catania, hanno disposto che entrambi venissero ristretti, pertanto il maggiorenne è stato condotto presso il carcere di Ragusa ed il minore presso il centro di prima accoglienza di Catania.
Commenta con Facebook