Svolta alle indagini sull’abbandono del neonato, trovato il 4 novembre scorso da un macellaio a Ragusa ma tratto in salvo dai medici che gli hanno dato il nome di Vittorio Fortunato. Il piccolo era nudo, avvolto soltanto in un plaid e con il cordone ombelicale non chiuso ma dalle indagini degli agenti della Squadra mobile sarebbe stato proprio l’uomo che lo aveva ritrovarlo a sbarazzarsi del neonato. L’uomo, 59 anni, compagno della madre del piccolo, è stato arrestato su disposizione del gip del Tribunale di Ragusa che ha disposto i domiciliari.

Agli inquirenti, nelle ore successive al ritrovamento, l’indagato ha spiegato che davanti alla sua attività commerciale aveva notato un sacchetto di plastica e di essersi avvicinato per rimuoverlo, “credendo che contenesse spazzatura, ma udendo dei gemiti aveva poi scoperto la presenza del piccolo, chiedendo poi aiuto ad un’amica che, accorsa sul luogo del ritrovamento, decideva insieme a lui di avvisare le forze dell’ordine”

Ma dalle indagini è emerso che l’uomo, legato sentimentalmente ad una donna 41enne, la sera del 4 novembre scorso, dopo avere ricevuto una strana richiesta di aiuto da parte della compagna, si sarebbe recato nella sua abitazione a Modica, scoprendo che la compagna aveva poco prima partorito un bambino.

La donna avrebbe chiesto al fidanzato di lasciare il bambino in ospedale, lui avrebbe invece deciso di metterlo in un sacchetto di plastica e trasportarlo fino a Ragusa, inscenando il ritrovamento. Non è chiaro, al momento, se il compagno della madre sia il padre del piccolo a stabilirlo potrà essere il test del Dna.

Frattanto, dopo la nomina di un tutore da parte della Procura dei minori di Catania, Vittorio Fortunato ha trovato una famiglia che non vive nella provincia di Ragusa. Peraltro, è stato aperto nel capoluogo ibleo un conto corrente che contiene le donazioni al piccolo che potrà ritirarle al compimento del suo diciottesimo anno di età.

Ma l’avvocato difensore dell’uomo fermato precisa “Non c’è stato nessun abbandono di minore. Confermo l’arresto e l’esistenza di una delicata indagine ma vorrei specificare che l’intervento della Polizia e di un’ambulanza sui luoghi del presunto ritrovamento del minore non sono stati casuali, né frutto di indagine. È stato infatti lo stesso indagato, in compagnia di un’amica, a chiamare le forze dell’ordine perché il neonato venisse trasportato al più presto in ospedale e lì, legittimamente, affidato alle cure dei sanitari ed a un’adozione, come previsto dalla legge” dice l’avvocato Michele Sbezzi, difensore del macellaio.

Secondo Sbezzi, quindi, “nessun abbandono si è verificato e, anzi, la salvezza del neonato è stata assicurata proprio dal fatto che l’indagato abbia scelto di chiamare con urgenza le forze dell’ordine”. Inoltre “l’indagato aveva già reso piena testimonianza alla Polizia diversi giorni fa, senza nascondere nulla. Confido quindi che, già al primo interrogatorio di lunedì, il Gip vorrà revocare la misura degli arresti domiciliari”.

 

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