Il gip del tribunale di Ragusa ha disposto il rinvio a giudizio per 4 braccianti agricoli, due italiani e due marocchini, accusati di violenza sessuale ai danni di una ragazzina di 13 anni. Gli abusi, secondo la ricostruzione della Procura e della polizia, si sarebbero consumati nelle serre di Acate, nel Ragusano, con il consenso della madre della vittima che, per gli inquirenti, avrebbe fatto prostituire la figlia. Nella rete della Questura, circa un anno fa, era finita un’altra persona, un anziano di 90 anni che non sarà sotto processo in quanto deceduto di recente. Nel corso delle indagini, è emersa una storia di assoluto degrado sociale, in quanto la madre della ragazza, in cambio delle prestazioni sessuali, avrebbe chiesto una casa dove trascorrere la notte ed ancora cibo e sigarette.

Frattanto, nel Siracusano, è stata rinviata a giudizio una donna di 44 anni, originaria della Romania, residente a Francofonte, per violenza sessuale ai danni della figlia minorenne. Sotto processo c’è già il marito, 50 anni, nonché padre della ragazzina, che, per anni fino al marzo del 2017, avrebbe abusato della vittima ma la Procura, al termine delle indagini, ha scoperto la complicità della madre. Secondo quanto ricostruito dai magistrati, la figlia avrebbe confessato alla madre delle violenze subite e la donna, discutendone con il consorte, avrebbe avuto rassicurazioni che non sarebbe accaduto più. Solo che gli abusi sessuali, compiute nella casa di famiglia, si sarebbero ripetuti ed alla nuova richiesta di aiuto della figlia la quarantaquattrenne le avrebbe dato della bugiarda.

Oltre alle violenze sessuali, l’uomo è anche accusato di maltrattamenti in famiglia, in quanto, secondo la ricostruzione della Procura di Siracusa, avrebbe picchiato la moglie, incolpandola di tornare a casa troppo tardi. La donna, da quanto emerge nella versione dell’accusa,  era l’unica della famiglia a lavorare,  insomma le spese per mangiare e per tanto altro erano frutto dell’impiego della vittima mentre il cinquantenne non sarebbe riuscito a portare a casa molto per il mantenimento della famiglia solo che la sua presenza in quell’abitazione si sarebbe sentita eccome. Dopo una denuncia arrivata ai carabinieri, il corso delle cose, in quella famiglia, è cambiato, fino al rinvio a giudizio del cinquantenne, il cui processo ha già avuto inizio ma alla sbarra ci sarà anche la consorte