La città di Scicli dice “No” al parco eolico off-shore e la mozione in Consiglio Comunale. Mercoledì prossimo infatti il Consiglio Comunale di Scicli sarà chiamato a discutere una mozione di indirizzo presentata dal gruppo di opposizione “Caterina Riccotti Sindaca”. Al centro del dibattito, il controverso progetto di un parco eolico off-shore, denominato “Scicli”, che dovrebbe sorgere a 27 chilometri dalla costa iblea.

Le ragioni del “No” all’impianto eolico

La mozione, articolata in quattro pagine, evidenzia le criticità del progetto e chiede alle amministrazioni comunali coinvolte nel procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) di assumere una posizione netta contro la sua realizzazione.

Dubbi sulle garanzie tecnico-scientifiche e sulle promesse di compensazione

I consiglieri di minoranza, promotori della mozione, esprimono forti dubbi sulla solidità delle garanzie tecnico-scientifiche presentate a supporto del progetto. Inoltre, le promesse di compensazione economica avanzate a favore dei territori interessati vengono definite “illusorie” e non in grado di bilanciare il potenziale impatto negativo dell’impianto sull’ecosistema marino e sul paesaggio costiero.

Svantaggi economici e ambientali per il territorio

L’impianto, composto da 50 aerogeneratori per una potenza complessiva di 750 MW, rappresenterebbe un danno per l’intero territorio secondo i consiglieri di opposizione. Tra le criticità evidenziate, la localizzazione in acque internazionali a 27 km dalla costa, che impedirebbe ai comuni costieri di beneficiare del gettito IMU derivante dall’impianto.

Un “carica batterie” per l’Italia a spese della Sicilia?

La mozione sottolinea inoltre come i benefici economici derivanti dalla produzione di energia eolica non ricadrebbero sulla Sicilia. I certificati verdi, ad esempio, non sarebbero vincolati a investimenti sul territorio regionale, così come la società proponente avrebbe sede al di fuori della Sicilia. Una situazione che, nelle parole dei consiglieri di minoranza, rischierebbe di trasformare l’isola nel “carica batterie” dell’Italia, con un impatto ambientale significativo a fronte di un ritorno economico pressoché nullo per i comuni interessati.

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