PALERMO (ITALPRESS) – Una norma che interessa imprese, avvocati e commercialisti ma sulla quale ci sono ancora molte ombre e viene considerata solo come un ulteriore adempimento burocratico da aggiungere alla conduzione aziendale. Ancora oggi c’è poca conoscenza sulla legge 231 la legge che pone a carico dell’impresa una responsabilità amministrativa e penale in dipendenza di determinati reati commessi da propri amministratori, dirigenti, dipendenti o terzi se realizzati nell’interesse o a vantaggio dell’impresa stessa. Per alcuni “solo un numero, ancora indecifrabile, privo di significato” per altri solo una serie di obblighi e non di opportunità per una corretta gestione delle attività economiche. E’ quanto emerso nel corso di un convegno organizzato a Palermo a Villa Malfitano dagli Ordini degli avvocati e dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Palermo insieme alla Camera degli avvocati tributaristi. Un confronto tra professionisti per capire lo stato dell’arte e comprendere che, in tema di prevenzione dei reati, serve un cambio di passo. Una norma poco conosciuta: “spesso quando chiedo l’organigramma aggiornato dell’azienda vengo vista male…” ha detto con una battuta Annalisa De Vivo Commercialista e componente dell’Ufficio legislativo del Consiglio nazionale dell’ordine.
“Assistiamo infatti ad una strategia punitiva volta a contrastare l’evasione fiscale e, per quanto attiene la responsabilità degli enti, le frodi transnazionali, caratterizzata da una moltiplicazione delle sanzioni e da aumenti di pena indiscriminati”, ha spiegato l’avvocato Angelo Cuva nel corso della sua relazione. Ma sulla norma ci sono ancora molte ombre e per questo serve una nuova prospettiva. “Se il legislatore non decide, finalmente, di rivedere la logica di contrasto dando maggiore rilievo alla azione sulla normativa sostanziale che disciplina i comportamenti economici rispetto a quella meramente punitiva si rischia che i provvedimenti adottati risulteranno inefficaci e demagogici”, ha detto Nicolò La Barbera alla guida dei commercialisti di Palermo, “anzi, potrebbero ripetersi gli effetti negativi registrati con i precedenti provvedimenti in materia penale-tributaria volti ad abbassare le soglie di punibilità, che ha rischiano di ingolfare le Procure e i Tribunali”.

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