ROMA (ITALPRESS) – Sempre più adolescenti, dicono ricerche recenti, vivono da “gender fluid”, una condizione che riguarda la percezione di sè e non ha nulla a che fare con l’orientamento sessuale. “L’orientamento sessuale ha a che fare con ‘chi mi piacè mentre l’identità di genere ha a che fare con ‘chi sono iò”, ha spiegato Roberta Taverna, psicologa e psicoterapeuta, che ne ha parlato in un servizio dell’Italpress dedicato ai giovani e alla sessualità.
“Sono due aspetti – ha continuato parlando di orientamento sessuale e identità di genere – che si intersecano tra loro ma non sono la stessa cosa. Chiaramente c’è la tendenza a pensare che i gender fluid possano avere molte più esperienze dal punto di vista sessuale ma non è detto che sia così perchè i gender fluid identificano più una fascia d’età legata all’adolescenza, quindi una fase di passaggio in cui non è chiara ancora la propria identità e quindi non è detto che poi ci sia una sperimentazione nella sessualità”.
“La società – ha evidenziato un ragazzo – ci impone il genere femminile e maschile invece l’identità fluida è la comunicazione di questi due generi: non per forza la categorizzazione ma la possibilità di essere tutti o di non essere nessuno”.
La difficoltà maggiore è quella di comunicare al mondo esterno la propria identità sessuale. “Questa comunicazione diventa più semplice negli ambienti amicali – ha spiegato Taverna – ma a volte più complessa in quelli familiari. In questa fase i genitori dovrebbero supportare i figli nel tempo che per loro è necessario prendersi per comprendere chi sono. Il sostegno da parte della famiglia – ha concluso – è fondamentale per non sviluppare poi patologie dal punto di vista psicologico, di tipo depressivo e ansiogeno e per avere un benessere psicologico”.

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