L’aborto si pratica in un solo ospedale della provincia, su 4 a disposizione, e solo con un intervento chirurgico. Lo denuncia il parlamentare nazionale del M5S, Filippo Scerra.
Aborto solo a Siracusa ma niente pillola
“Nella provincia di Siracusa, l’unico ospedale in cui si pratica l’interruzione di gravidanza, tra i 4 della provincia, è l’Umberto I di Siracusa. E, secondo alcune fonti, sembra che l’unico metodo utilizzato sia quello chirurgico, non rendendo disponibile alle donne la pillola abortiva RU486” denuncia il parlamentare nazionale del M5S.
Le difficoltà dell’aborto
L’Italia ha un cronico problema di obiezione di coscienza di ginecologi e anestesisti: secondo l’ultima relazione ministeriale sulla 194, si rifiuta di praticare aborti il 69% dei ginecologi e il 47% degli anestesisti. E l’accesso all’aborto farmacologico, possibile entro le 9 settimane di gestazione, di conseguenza non è affatto semplice.
Mancano i consultori
Scerra denuncia anche la mancanza di consultori nel Siracusano ed ha annunciato di aver depositato in Parlamento un atto di interpello.
“Nelle province della Sicilia, ed in particolare in quella di Siracusa, i consultori non godono purtroppo di buona salute: locali non adeguati, organici carenti, deficit organizzativi. Negli ultimi anni, in particolare, il personale consultoriale è andato diminuendo per via dei numerosi pensionamenti, senza la previsione di sostituzioni. E così, ad esempio nel capoluogo, ci si ritrova con un solo consultorio, quello di via Re Ierone I”, rivela Filippo Scerra.
Scerra ha parlato di questi temi nel corso di un incontro, avvenuto a Siracusa, dal titolo “Il consultorio che non c’è”, dedicato all’analisi delle iniziative a sostegno dei consultori della provincia di Siracusa. Nel corso del suo intervento, il deputato ha confermato di aver sollecitato l’intervento del Ministro della Salute “per un’azione di potenziamento della rete di consultori familiari e dei necessari presidi ospedalieri nella provincia di Siracusa”, anche facendo ricorso a specifiche risorse e azioni del Pnrr. Lo Stato prima ancora della Regione deve garantire l’esercizio dei diritti sanciti dalla legge, ormai dal 1975″
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