• Due imputati di Avola salvati dalla prescrizione
  • Nell’ottobre del 2012 protagonisti di una violenta aggressione a due fratelli
  • La Procura aveva chiesto la condanna a sei anni per entrambi
  • La difesa aveva invece sollecitato l’assoluzione

Si è concluso con una sentenza di non doversi procedere per prescrizione il processo nei confronti di due avolesi, M.P, 29 anni, e di R. M., 31 anni,  finiti a processo per lesioni gravissime e minaccia aggravata a seguito di una aggressione avvenuta il 7 febbraio del 2012 ai danni di due fratelli anch’essi residenti ad Avola.

Le richieste del pm

La pubblica accusa, rappresentata dal pm della Procura di Siracusa, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto la condanna di entrambi gli imputati alla pena di anni sei di reclusione, insistendo sulle responsabilità degli avolesi.

La difesa

Di parere opposto i difensori degli imputati, rappresentati dagli avvocati Carmela Coffa e Natale Vaccarisi, che, a conclusione della loro arringa, si erano espressi per una sentenza di assoluzione con formula piena “o dichiararsi la insussistenza delle contestate lesioni gravissime e pertanto dichiarare la prescrizione del reato” .

La sentenza

Dopo una Camera di consiglio durata circa quattro ore, il Tribunale “ha dichiarato la non sussistenza delle lesioni come gravissime dichiarando la intervenuta prescrizione dei reati così come contestati” fanno sapere i difensori degli imputati.

La riforma della prescrizione

La prescrizione è stata al centro della riforma del processo penale del ministro della Giustizia Marta Cartabia. E’ previsto lo stop alla  dopo la sentenza di primo grado, sia in caso di condanna sia in caso di assoluzione. E’ stabilità, come riferisce l’AGI,  una durata massima di due anni per i processi d’appello e di un anno per quelli di Cassazione. Inoltre, c’è la possibilità di una ulteriore proroga di un anno in appello e di sei mesi in Cassazione per processi complessi relativi a reati gravi, per esempio associazione a delinquere semplice, di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, violenza sessuale, corruzione, concussione. Decorsi tali termini, interviene l’improcedibilità. Sono esclusi i reati imprescrittibili (puniti con ergastolo).