Il prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto, ha disposto la sospensione di Aldo Russo dalle cariche di consigliere, assessore e vicesindaco di Pachino. E’ così scattata la legge Severino: “Il provvedimento è conseguenza della decisione del G.I.P. del Tribunale di Ragusa che, con ordinanza in data 3 aprile scorso, ha convalidato l’arresto e disposto la
misura degli arresti domiciliari nei confronti del predetto amministratore, ritenuto responsabile del reato di concussione” si legge nel comunicato della Prefettura.

La comunicazione del sindaco di Pachino

Nelle ore successive all’arresto, la sindaca di Pachino, con un provvedimento, aveva rimosso Russo dall’incarico di vicesindaco ed assessore, assegnando le deleghe ad altri componenti della giunta.

Ai domiciliari

Sono ai domiciliari Aldo Russo e l’altro indagato, un ex dipendente pubblico, Giuseppe Dimartino, come disposto dal gip al termine dell’udienza di convalida della misura cautelare.

I due hanno risposto alle domande del giudice, fornendo la loro versione dei fatti sulla vicenda, ma non sono stati forniti altri dettagli sul contenuto dell’interrogatorio.

La mazzetta da 25 mila euro

Erano finiti in carcere, nel penitenziario di Ragusa, dopo che la polizia li avrebbe colti con le mani nel sacco, a Pozzallo, dove avevano appuntamento con un imprenditore del Ragusano che avrebbe dovuto consegnare 25 mila euro. Per gli agenti della Squadra mobile, quei soldi, indicati dalle forze dell’ordine come una mazzetta, sarebbero serviti per consentire il via libera alla costruzione di un immobile a Pachino.

La vicenda dell’imprenditore

La vittima, stando alla ricostruzione degli inquirenti, aveva presentato una richiesta all’ufficio Tecnico del Comune di Pachino, ottenendo parere favorevole ma l’ultimo passaggio sarebbe toccato al Consiglio comunale. Secondo la tesi dell’accusa, Russo avrebbe garantito di poter condizionare il voto dell’assemblea, da qui la richiesta di quella dazione di denaro.

La trappola a Pozzallo

La vittima, intuendo di non avere alternativa e non volendo assolutamente cedere a tale richiesta, si è rivolta alla polizia. Gli agenti della Squadra Mobile, dopo avere accertato e documentato la consegna del denaro, avvenuto il 30 marzo a Pozzallo, sono interventi, bloccando ed arrestando i due indagati.