Restano ancora senza acqua le numerose aziende agricole di Siracusa a causa del malfunzionamento dell’acquedotto Galermi, diventato un vero colabrodo. Nonostante la Regione, nelle settimane scorse, abbia inviato dei tecnici per sistemare la condotta, il problema non è stato risolto, come denuncia il parlamentare regionale della Lega, Giovanni Cafeo, che muove delle accuse ben precise.

Cantiere fermo

“Prima della pausa – dice Cafeo – estiva il consorzio di bonifica si era impegnato ad eseguire dei lavori in emergenza per la riattivazione delle vasche di Baragne, al fine di ripristinare almeno in parte la funzionalità dell’acquedotto Galermi e provare a limitare i già ingenti danni subiti dagli agricoltori; come noto, l’intervento non è andato a buon fine a causa della scoperta di nuove perdite ed è stato rinviato al ritorno dalle ferie ma, ad oggi, non risulta alcun cantiere aperto e l’acqua, tanto per cambiare, resta un lontano ricordo”.

“Nominati 11 dirigenti”

“Non possono passare sotto traccia le colpe della politica, perfettamente bipartisan – dice Giovanni Cafeo – che negli anni ha sempre sottovalutato la questione, affossando la legge di riforma dei consorzi di bonifica, di cui sono relatore, ma soprattutto mostrando evidente malafede, ignorando le richieste di rendicontazioni delle consulenze e degli incarichi esterni affidati dal consorzio di bonifica nelle ultime due legislature. Se poi a tutto questo aggiungiamo l’inopportuna nomina di ben 11 dirigenti nei consorzi della Sicilia Orientale, in gravi difficoltà economiche e con stipendi in arretrato per i dipendenti, ecco che il quadro a tinte fosche è compiuto”.

Interventi urgenti

Il parlamentare della Lega invoca interventi urgenti per risolvere una grave emergenza. “È evidente che non si può più andare avanti così – prosegue il parlamentare regionale della Lega, Giovanni Cafeo – ma per risolvere definitivamente la questione, è necessario un doppio approccio, ossia prima completare i lavori in emergenza, velocemente e senza ulteriori tempi morti, ma poi immaginare un intervento legislativo speciale, giustificato anche dalla particolare natura dell’opera idraulica che è anche un bene architettonico di grande interesse storico e culturale”.