Ci sono altre due arrestati nell’operazione dei carabinieri di Siracusa sulle bombe alle attività commerciali.

Due indagati all’estero

Le misure cautelari del gip del Tribunale di Siracusa sono state emesse anche nei confronti di Michael Castrogiovanni e Damiano Lo Giudice che, però, si trovano all’estero: il primo, secondo alcune fonti si trova a Malta, l’altro in una città europea ma il loro rientro in Italia sarebbe questione di ore ed andranno ai domiciliari.

I tre arrestati all’alba di stamane

Sono già in carcere Jonathan Destasio, 31 anni, e Keven Perez, 24 anni, mentre è ai domiciliari Gianluca De Simone, 42 anni. 

L’inchiesta, coordinata dai magistrati della Procura di Siracusa, ha escluso che le esplosioni degli ordigni al bar Elite in viale Santa Panagia, colpito per ben due volte, e la paninoteca in via Filisto, fossero riconducibili al racket delle estorsioni, anzi, secondo gli inquirenti il movente è da legare a “ritorsioni per presunti debiti di droga non saldati”.

Sequestro di persona

Inoltre, nell’inchiesta è saltato fuori un sequestro di persona: la vittima, che avrebbe accumulato un debito consistente per sostanza stupefacente non pagata, sarebbe stata “rapita, percossa violentemente e minacciata con una pistola per costringerla all’immediato pagamento tramite denaro contante o lo svolgimento di lavori e servizi per la banda”.

La banda dello spaccio

Nelle indagini è emerso il coinvolgimento di altre persone, iscritte nel registro degli indagati ma a piede libero, che “attratti dai facili guadagni ed affascinati dalla metodologia criminale utilizzata dal capo e dai gregari, si erano messi a disposizione per tenere aperta tutto il giorno la piazza di spaccio che fruttava quotidianamente circa mille euro”.

Il messaggio del sindaco

Il sindaco di Siracusa è intervenuto sull’operazione dei carabinieri.  “Gli arresti della notte scorsa – dice Francesco Italia – confermano ancora una volta l’autorevole presenza dello Stato sul territorio. La specificità dell’attività criminosa messa in atto dalla banda, peraltro, se da un lato allontana le paure legate alla recrudescenza del racket delle estorsioni, dall’altra merita un’attenta analisi per le violente modalità del suo esercizio che in un caso specifico si sono rivolte verso la persona. Ma soprattutto per l’ulteriore elemento emerso, quello del forte ascendente che questo tipo di condotta comincia ad esercitare su molti giovani. Su questo penso occorra una seria riflessione da noi Istituzioni”