I carabinieri di Siracusa hanno arrestato tre uomini, residenti a Siracusa, accusati dell’esplosione di ordigni ai danni di 3 attività commerciali di Siracusa. Avvertimenti avvenuti nel settembre del 2021 ma non riconducibili al racket delle estorsioni ma legati a debiti di droga contratti dalle vittime con la banda che gestiva una piazza di spaccio aperta tutto il giorno.

Le intercettazioni

Le indagini effettuate tramite attività di intercettazione audio-video, analisi di telecamere e tabulati, ed infine con riscontri e sequestri di materiale esplodente e sostanza stupefacente, hanno consentito di individuare, tutti i componenti della banda e di delinearne il ruolo.

Il gip

Le misure cautelari, richieste dalla Procura, nei confronti degli indagati, Jonathan Destasio, 31 anni, Keven Perez, 24 anni, e Gianluca De Simone, 42 anni (i primi due in carcere, l’altro ai domiciliari) sono state emesse dal gip del Tribunale di Siracusa. L’inchiesta ha così consentito di escludere che le azioni criminose fossero maturate nell’ambiente del racket delle estorsioni, identificando il movente, invece, nello scopo intimidatorio finalizzato ad una dimostrazione di forza della banda, che mirava ad ampliare il business criminale avviato, poiché gli atti dinamitardi erano ritorsioni per presunti debiti di droga non saldati.

Gli ordini del mandante

In particolare, il mandante, rivelatosi essere il capo di una fiorente piazza di spaccio, aveva incaricato l’esecutore di posizionare, nei pressi degli ingressi delle attività delle vittime, degli ordigni esplosivi, che a seguito di accertamenti tecnici del RIS di Messina, sono stati considerati potenzialmente micidiali ed hanno causato gravi danni sia alle strutture che alle auto parcheggiate nelle vicinanze.  Tali ordini erano stati dati perché nessuno doveva mancare di rispetto al gestore della piazza e tutti i clienti dovevano sapere che i debiti andavano saldati.

Sequestro di persona

Inoltre è stato possibile contestare il sequestro di persona in almeno una circostanza: la vittima, che aveva accumulato un debito consistente per sostanza stupefacente non pagata, veniva rapita, percossa violentemente e minacciata con una pistola per costringerla all’immediato pagamento tramite denaro contante o lo svolgimento di lavori e servizi per la banda.

Gli indagati

Le  azioni violente e spregiudicate dei tre arrestati hanno avuto un forte ascendente sui restanti sette indagati, i quali, attratti dai facili guadagni ed affascinati dalla metodologia criminale utilizzata dal capo e dai gregari, si erano messi a disposizione per tenere aperta tutto il giorno la piazza di spaccio che fruttava quotidianamente circa mille euro.

Il messaggio del sindaco

Il sindaco di Siracusa è intervenuto sull’operazione dei carabinieri.  “Gli arresti della notte scorsa – dice Francesco Italia – confermano ancora una volta l’autorevole presenza dello Stato sul territorio. La specificità dell’attività criminosa messa in atto dalla banda, peraltro, se da un lato allontana le paure legate alla recrudescenza del racket delle estorsioni, dall’altra merita un’attenta analisi per le violente modalità del suo esercizio che in un caso specifico si sono rivolte verso la persona. Ma soprattutto per l’ulteriore elemento emerso, quello del forte ascendente che questo tipo di condotta comincia ad esercitare su molti giovani. Su questo penso occorra una seria riflessione da noi Istituzioni”

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