Ammontano a 250 mila euro i buoni spesa erogati dal Comune di Siracusa in favore di famiglie azzoppate dalla crisi economica, legata all’emergenza sanitaria. Nel complesso, i soldi messi a disposizione dallo Stato e dalla Regione sono 1 milione e 600 mila euro, dunque c’è ancora una grossa fetta da spendere ma spicca il numero delle istanze rigettate dagli uffici del Municipio: sono 749 ed il dato è relativo al 31 dicembre.

“Alcune sono state respinte – spiega l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Siracusa, Maura Fontana –  perché il reddito dichiarato era superiore alla soglia, molte altre a seguito di una compilazione assolutamente deficitaria. Abbiamo notato istanze consegnate in bianco, per cui siamo stati costretti a non prenderle in considerazione. Non possiamo erogare somme al buio, senza le informazioni necessarie. Mi rendo conto delle difficoltà nella compilazione di alcune voci, ma, a tal proposito, ci sono delle associazioni in grado di aiutare queste persone. L’elenco delle associazioni è indicato nella piattaforma del Comune (bonuspesa.it): basta contattarle per avere un sostegno. D’altra parte – aggiunge l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Siracusa, Maura Fontana – questo aiuto è importante in quanto ci sono poi le difficoltà degli utenti nell’uso delle tecnologia: le istanze vanno presentate sulla piattaforma”.

Secondo quanto affermato dall’ufficio delle Politiche sociali, le persone che hanno visto la propria istanza rigettata potranno ripresentarla, del resto ci sono oltre 1 milione e 300 mila euro a disposizione per i buoni spesa. “Andremo avanti – spiega l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Siracusa, Maura Fontana – fino all’esaurimento dei fondi. 700 mila euro sono stati messi a disposizione dalla Regione, gli altri sono contributi statali. L’Ufficio sta lavorando a ritmi importanti, basti pensare che riceviamo circa 1500 istanze per buoni spesa ogni due settimane. Inoltre, invitiamo altri commercianti a siglare la convenzione con l’amministrazione in modo che da allargare la platea delle attività economiche presso cui usare i buoni spesa”.