E’ uno vero e proprio gioco di potere attorno alle Camere di commercio della Sicilia. Di recente, il Governo regionale ha firmato il decreto sul loro riordino che prevede 4 Camere così composte: Palermo-Enna, la cosiddetta Camera del Sud Est con Catania, Siracusa e Ragusa, Messina, e la quarta con dentro Trapani, Caltanissetta ed Agrigento.
Lo scontro istituzionale
Il vero scontro è su quella del Sud Est, istituita negli anni scorsi e poi affondata nel 2021 per via di un emendamento al decreto “Sostegni-bis” sostenuto dai deputati nazionali Stefania Prestigiacomo, di Forza Italia, Nino Minardo della Lega Sicilia e dai grillini Filippo Scerra e Paolo Ficara, che prevedeva la separazione delle Camere di Commercio di Siracusa e Ragusa da Catania.
I commissari
Furono nominati due commissari, Massimo Conigliaro e Giuseppe Giuffrida, rispettivamente ai vertici della Camera di Commercio di Siracusa, Ragusa, Trapani, Agrigento e Caltanissetta e della Camera di Commercio di Catania, poi “sfiduciati” da una sentenza del Tar dopo un ricorso proprio dei vertici Camera di commercio del Sud Est. Nel gennaio scorso, il presidente della Regione, Renato Schifani ha firmato il decreto per la nomina di Antonio Belcuore quale commissario della Camera del Sud Est.
I ricorsi e la mossa di Schifani
Sembrava finita, invece, il Cga, a marzo, ha rimesso in sella i due commissari dando ragione al Ministero dello Sviluppo economico. Una vicenda che lascia comprendere quanto siano distanti, su questo tema, i Governi regionale e nazionale nonostante lo stesso colore politico. Di fatto, i commissari non sono mai tornati veramente alla guida delle Camere di commercio e nelle settimane scorse è arrivato il decreto della Regione.
La gestione dell’aeroporto di Catania
Perché questo risiko attorno alle Camere di Commercio? Una chiave di lettura potrebbe essere il controllo della Sac Spa di Catania, gestore dell’aeroporto di Catania, che punta alla privatizzazione dello scalo con la cessione delle azioni.
La Sac Spa ha dei soci, tra cui le Camere di Commercio di Catania, Ragusa e Catania, che, insieme detengono il 61,22% delle azioni, poi ci sono la Città metropolitana di Catania,, l’Irsap di Palermo, il Libero consorzio di Siracusa ed il Comune di Catania, tutte con il 12,24%.
“Catania gestisce tutto a scapito di Siracusa” dice Marziano
“Con l’accorpamento di tre territori nella Camera del Sud Est tutto sarà gestito a Catania – dice l’ex assessore regionale ed ex presidente della Provincia di Siracusa, Bruno Marziano – mentre con Camere di commercio sganciate, il denaro proveniente dall’ipotetica cessione delle quote della Sac, sarebbe suddiviso equamente per ciascun territorio. La Super Camera ha sede a Catania ed è qui che si prendono le decisioni, per cui ogni iniziativa sarebbe calata dall’alto e non discussa a Siracusa”.
La domanda è perché il presidente della Regione abbia sposato la tesi della Camera del Sud Est. In realtà, lo ha detto a Siracusa, nel corso di un incontro elettorale, spiegando che tra le due province esiste un’ omogeneità di zona industriale, di zone produttive. Va detto, però, che si tratta di due industrie molto diverse: se l’area etnea è definita una Silicon Valley, quella siracusana ha una matrice prettamente petrolchimica.
“Contano i pesi in politica”
“La risposta è che contano i pesi in politica” chiarisce Marziano. “Evidentemente, il peso che esprime Catania nella politica siciliana è maggiore rispetto a quello di Siracusa e Ragusa anche se Ragusa non ha espresso una posizione netta e chiara.
Camera di commercio come equilibrio di poteri
Sul riordino delle Camere di commercio deciso dal presidente Schifani non tutti, nel suo stesso partito, Forza Italia, sono d’accordo. Secondo l’ex assessore regionale ed esponente del Pd, “la Camera di commercio è uno di quei luoghi in cui si esercita l’equilibrio di potere tra le diverse componenti di un partito. E non c’è dubbio che nelle vicende della Camera di commercio si misura l’attuale classe dirigente siciliana del Centrodestra e non c’è peggio di quando i contrasti si maturano nella stessa parte politica”. In tutto questo, la classe politica siracusana, quella legata al Centrodestra, ha accettato la posizione assunta dal presidente della Regione.
Le imprese contro la Camera del Sud Est
Nelle settimane scorse, le associazioni delle imprese, nel corso dell’incontro da remoto i tecnici del ministero delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, hanno ribadito il loro no alla Camera del Sud Est, ricevendo segnali positivi da Roma.
“E’ singolare – dice Gianpaolo Miceli, segretario provinciale della Cna Siracusa – che la procedura di ascolto arrivi dal ministero e non dalla Regione, che, invece, dovrebbe essere la prima ad ascoltare i territori. Abbiamo apprezzato il comportamento del Governo nazionale, a differenza di quello siciliano che ci ha sentiti a decisione già assunta”.
I disagi delle aziende ed il rischio di perdere investimenti
Ma quali sono i disagi, se ce ne sono, per le imprese? “Oggi una impresa siracusana che necessita di un servizio – dice Gianpaolo Miceli, segretario provinciale della Cna Siracusa – riceve una risposta parziale dalla Camera di Siracusa, non per il personale, che è ormai ridotto al lumicino per via dei pensionamenti, ma per delle scelte che di fatto hanno azzerato le competenze. Le aziende sono costrette a recarsi a Ragusa ed a Catania, per cui i disagi sono enormi, per non parlare degli investimenti programmati, che erano sotto la regia della Camera di Siracusa: sono a rischio ed è un problema enorme per la nostra economia”.
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