Monta la polemica dopo la riorganizzazione delle camere di Commercio in Sicilia che ha portato all’accorpamento di Catania, Siracusa e Ragusa. Le associazioni di categoria Sicindustria e Casa artigiani di Agrigento, Caltanissetta e Trapani; Confcommercio e Confartigianato di Agrigento e Trapani; Confesercenti, Cidec e Confagricoltura regionali; Fiarcom scrivono al ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso per chiedere un incontro.

Questa la nota: “In materia di camere di commercio la potestà amministrativa, secondo quanto previsto dalla normativa è della Regione siciliana, con cui è già stato condiviso l’impianto organizzativo del sistema camerale siciliano seguendo una logica di razionalità e sostenibilità. Fatta questa premessa, l’iniziativa del ministro Urso di convocare le associazioni delle province di Catania, Ragusa e Siracusa, per sentire le ragioni del loro malcontento in riferimento agli accorpamenti decisi dal governo regionale, è senz’altro da apprezzare dal punto di vista dell’opportunità e della sensibilità politica. Tuttavia, non si comprende per quale motivo non vengano audite anche le associazioni delle province di Agrigento, Caltanissetta e Trapani che risultano parimenti coinvolte nelle dinamiche afferenti alla definizione del sistema camerale siciliano”.

“Tre camere di commerci prive di rappresentanza eletta”

“Si tratta, infatti – sottolineano le associazioni – di tre province le cui camere di commercio, da tempo, sono prive degli organismi di rappresentanza democraticamente eletti, pur potendo godere del primo decreto di accorpamento stabilito dal Mise ben sette anni fa. In tal senso, auspichiamo che anche le associazioni di queste province possano essere invitate a esprimere il proprio parere rispetto a delle decisioni che, come ha affermato il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, vanno assunte al netto delle spinte campanilistiche“.

E proseguono: “Piuttosto, in attesa di essere ascoltati dal ministro Urso, riteniamo che le scelte, così come indicato dal governo regionale, vadano compiute secondo una visione di sostenibilità finanziaria degli enti accorpati e nel rispetto delle vocazioni, delle potenzialità e delle infrastrutture che li possano armonizzare. In coerenza a tale impostazione l’originale proposta di accorpamento di Trapani, Agrigento e Caltanissetta risulta coerente per rappresentare al meglio le istanze del tessuto produttivo di riferimento. Appare chiaro che in ogni caso una super Camera a cinque, che coinvolga territori non collegati opportunamente da alcun tipo di infrastruttura degna di questo nome e poco assimilabili in un progetto di sviluppo omogeneo, è una opzione impraticabile, come certificato dallo schema adottato dalla giunta regionale che sulla materia ha piena competenza per decidere come articolare il sistema camerale siciliano”.