Diventa un giallo giudiziario la vicenda dell’inchiesta della Procura di Siracusa sulle collette degli ex assessori di Avola finite nelle casse del gruppo politico dell’ex sindaco, Luca Cannata ed attuale deputato nazionale di Fratelli d’Italia. Nelle ore scorse, è circolata l’indiscrezione riportata da La Sicilia e ripresa da molti siti di informazione dell’iscrizione del parlamentare nazionale nel registro degli indagati insieme ad altre 5 persone ma per la Procura di Siracusa “la notizia non è fondata”.
L’intervento di Cannata
Eppure, in mattinata lo stesso Cannata è intervenuto sulla vicenda: “L’unica novità è che scopro dai giornali di essere indagato. Ma nessun problema: tutto già noto e già chiarito” ha tagliato corto il deputato e vicepresidente della Commissione al Bilancio della Camera dei deputati, tirato in ballo, nei mesi scorsi, dagli ex assessori Bellomo e Orlando e dall’ex presidente del Consiglio comunale di Avola, Fabio Iacono, i quali hanno raccontato di aver versato una parte delle loro indennità all’allora sindaco Cannata, il quale, però, si è sempre difeso sostenendo che erano dazioni volontarie.
L’inchiesta della Procura
Insomma, nella versione di Cannata non ci sarebbe stata alcuna costrizione ma l’inchiesta della Procura non è nata dopo l’esplosione del caso mediatico, risalente ai mesi scorsi, ma è “vecchia” di oltre un anno e mezzo fa quando a parlarne per la prima volta fu Orlando, adesso al vertice delle sezione di Avola di Forza Italia, partito a cui hanno aderito Bellomo e Iacono.
Il balletto dei soldi
I tre ex cannatiani hanno riferito di aver versato tra i 500 ed i 250 euro, per Cannata quei soldi, anche se ha sostenuto che erano di minore entità, sarebbero stati usati per le iniziative del suo movimento, dalle cene all’acquisto di defibrillatori.






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