Il braccio di ferro per il trasferimento del Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio da Siracusa al Mart di Rovereto si trasforma in uno scontro a tutto campo. La tela, prima di finire in una  mostra, voluta da Vittorio Sgarbi, passerà da Roma per gli interventi di restauro ma il Fronte del No, costituito da un gruppo di associazioni contrario al prestito, ha deciso di investire della questione la Procura della Corte dei Conti della Sicilia per alcune spese ritenute eccessive e fuori mercato.

In una lettera, inviata alla stessa magistratura contabile, alla Prefettura, al Fec (proprietario dell’opera), al Mart, alla Sovrintendenza di Siracusa, all’Arcidiocesi di Siracusa ed all’Istituto centrale per il restauro (Icr), il presidente dell’associazione Dracma, Giovanni Di Lorenzo, mette in evidenza i costi, sostenuti dal Fec, “per la
movimentazione del dipinto e per la realizzazione delle indagini da parte dell’Icr”.

“Si chiede formalmente – si legge nella lettera – di sapere quale tipo di evidenza pubblica abbia seguito la Soprintendenza di Siracusa, e per essa la Soprintendente, per l’affidamento dell’incarico alla Ditta Floridia, quanti preventivi siano stati esaminati e quale tipo di procedura sia stata adottata, prima di arrivare all’esborso della somma di €10000+IVA che, rapportata ai costi sostenuti solo pochi anni addietro per movimentazione, imballaggio, trasporto e collocazione dalla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro, alla Chiesa della Badia, appare spropositato“.

Il presidente dell’associazione Dracma pone il quesito alla magistratura contabile. “Trattandosi di Ente sottoposto a controllo, si chiede alla Corte dei Conti, cui la presente é diretta, di volere effettuare – si legge nella lettera – ogni opportuna verifica riguardo la congruità delle somme oggetto di esborso, la regolarità delle procedure seguite, e quanto di propria competenza”.

L’affondo, diretto alla Soprintendente Irene Donatella Aprile, è anche riservato al presidente del Mart, Vittorio Sgarbi, accusato dalla stessa associazione, di aver violato le norme anti Covid19 alla fine del mese di giugno, durante il suo sopralluogo alla chiesa di Santa Lucia alla Badia dove erano in corso le indagini tecniche per testare lo stato di salute dell’opera. Inoltre, è contestata la stessa presenza del critico d’arte in quel luogo.

“Si coglie l’occasione – si legge nella lettera –  per chiedere, poi, chi abbia autorizzato il Presidente del Mart, Sgarbi, a servirsi delle strutture realizzate dalla Ditta incaricata ed all’esame del dipinto, ed a che titolo. Al Fec si chiede se avesse – o meno – autorizzato tale attività all’interno della Chiesa di Santa Lucia alla Badia. A chi Legge, in qualità di Pubblico ufficiale, si chiede se tale comportamento non possa configurare un vero e proprio peculato d’uso, oltre al mancato rispetto delle più elementari norme in tema di assembramenti e/o contagio da Covid19”.