L’ultima parola sul prestito del Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio spetta alla Curia. Questo, in sintesi, il concetto espresso dal Fronte del No al trasferimento della tela, custodita nella chiesa di Santa Lucia alla Badia, a Siracusa, al Mart di Rovereto, composto dalle associazioni Dracma, Italia Nostra Sicilia, Bcsicilia, Comitato Ortigia sostenibile, SiciliAntica, ed Associazione Amici del Caravaggio. Sulla vicenda c’è un durissimo braccio di ferro con il presidente del Mart, Vittorio Sgarbi, che, nei giorni scorsi, ha incassato il no dell’Arcidiocesi di Siracusa al trasferimento dell’opera in quanto, rispetto ai mesi scorsi, sarebbero cambiate le condizioni. Le associazioni, però, hanno replicato a Silvia Mazza, storica dell’arte, giornalista, e responsabile per il Mart del coordinamento tecnico delle procedure inerenti il prestito e l’intervento conservativo dell’opera che, ieri, su BlogSicilia, ha mosso delle contestazioni al Fronte del No, sostenendo la correttezza delle procedure per il prestito, prendendo di mira Salvo Salerno, uno degli associati.
“Al contrario di quanto dichiarato, nel tentativo di additarlo – spiegano le associazioni nella loro replica – come guastatore di pubblici procedimenti, in realtà l’avvocato Salerno, nel suo contributo scientifico-giuridico, ha persino dimostrato in positivo le possibili prerogative di intervento della Regione siciliana nei procedimenti di prestito delle opere d’arte religiosa, site in Sicilia. Priva di fondamento è poi l’affermazione che Salerno “mette in dubbio l’operato della collega soprintendente di Siracusa, Donatella Aprile”, dal momento che, sugli atti pubblici della pubblica amministrazione , in uno Stato democratico e di diritto, è sempre lecito ai cittadini chiedere accesso e chiarimenti e nel caso cui la stessa sembra fare riferimento, l’avv. Salerno, semplicemente chiedeva quale normativa stesse utilizzando la Soprintendenza siracusana, avendo il legale esaminato la nota 11 maggio 2020 n. 4299, con la quale la Soprintendente formalmente aveva richiesto al suo Dirigente Generale l’autorizzazione al prestito, richiamando – proprio lei, non noi – la normativa regionale sui prestiti, cioè il Decreto Assessoriale 29 gennaio 2019 n. 06/Gab., cosidetto “Decreto Tusa”.
“Quindi emerge con evidenza – spiegano le associazioni – oggettiva che l’applicazione, al prestito in questione, di normative regionali in luogo di quelle statali, non è circostanza addebitabile né all’avvocato Salerno, né alle associazioni del Patto. Se questo oggettivo rilievo equivalga a mettere in dubbio l’operato della dr.ssa Aprile, è conclusione aberrante che volentieri lasciamo alla giornalista, ma che non ci appartiene”.
“Incredibile, poi, va considerata – dicono le associazioni – l’espressione “la Curia è stata sentita per cortesia istituzionale”, dalla quale si ricava che la cosiddetta “responsabile del coordinamento tecnico del prestito” ignora il ruolo istituzionale dell’Autorità Ecclesiastica e le norme concordatarie che le assegnano l’ultima parola in materia di vincolo di destinazione al culto, e non potrebbe essere altrimenti. Irricevibile è quindi l’espressione “In un momento di passaggio di consegne tra il precedente e il nuovo Vescovo, il Segretario, senza informare la Soprintendenza, l’unica titolata ad esprimersi in materia di tutela, afferma che sarebbero venute meno le condizioni indicate nel parere” in cui non solo si confonde il Vicario del Vescovo col suo segretario, ma si nega anche espressamente ogni ruolo istituzionale alla Curia, commettendo un grave errore, culturale e di fair play”.
Il Patto civico per la tutela del Caravaggio prende posizione contro il presidente del Mart, Vittorio Sgarbi. “Vanno altresì stigmatizzate -spiegano le associazioni – le recenti dichiarazioni del presidente del Mart Vittorio Sgarbi su una possibile azione giudiziaria per danni contro l’Arcidiocesi di Siracusa, nel caso che la Curia persistesse nel suo diniego al trasferimento del sacro dipinto. Ebbene, questa iniziativa o provocazione che sia, si commenta da sola, non si può fare impunemente una pressione di così basso profilo sull’Autorità Ecclesiastica e sulle sue prerogative che, si ricorda, discendono da un trattato internazionale. Del resto, se, come ripete la Mazza, l’interlocuzione con la Curia è stata solo per mera “cortesia istituzionale”, se costoro ne sono davvero convinti, cosa aspettano a portarsi via direttamente il Caravaggio, senza chiedere il permesso all’Arcidiocesi?“. Ed infine,” non lesineremo sforzo alcuno per difendere e tutelare il Seppellimento di Santa Lucia, da aggressioni e speculazioni che, oltre a disvelare un quadro inquietante, insultano l’intelligenza di ognuno arrivando anche a mistificare la realtà dei fatti” concludono le associazioni.
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