• Nuovo sequestro di un telefonino
  • Scoperto un familiare di un detenuto
  • La Procura ha aperto una inchiesta

Avrebbe voluto approfittare del colloquio in carcere, nel penitenziario di Augusta, per consegnare un mini telefonino ad un parente che si trova detenuto. Sono stati gli agenti della Polizia penitenziaria ad evitare la consegna, ponendo sotto sequestro il cellulare, mentre la posizione del familiare che avrebbe voluto fare quel “regalo” è al vaglio degli inquirenti.

L’inchiesta

Continuano i sequestri degli agenti penitenziari nella casa circondariale di Augusta, in poco meno di una settimana, come sostenuto dai sindacati, ne sono stati prelevati 6. La Procura di Siracusa, in merito a tutti questi episodi, ha aperto un’inchiesta per svelare in che modo quei supporti sono riusciti ad entrare in carcere.

“Il lavoro degli agenti è encomiabile – spiega a BlogSicilia il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni – perché, nonostante le carenze di organico del personale, a fronte di una popolazione carceraria piuttosto cospicua, oltre i limiti di capienza della struttura, viene garantita la sicurezza. Non è certamente una situazione semplice, soprattutto in questo periodo con una devastante emergenza sanitaria: il carcere è un luogo di elevata aggregazione, è necessaria una massiccia campagna di vaccinazione”.

Sicurezza sanitaria

Frattanto, per ridurre il rischio di contagio, l’assessorato della Salute fa sapere di “essersi impegnato a individuare e assegnare personale sanitario (medici, infermieri, operatori) preposto all’adozione delle misure di prevenzione e contenimento della diffusione del virus a tutela del personale penitenziario (circa 4 mila unità) in servizio nei 23 istituti di pena e al Provveditorato regionale della Sicilia” spiegano dalla Regione.

Tra queste misure ci sono: l’approvvigionamento della fornitura di tamponi per il personale delle strutture sanitarie; la somministrazione di test diagnostici al personale penitenziario per accertare l’eventuale positività al Coronavirus; la somministrazione di test rapidi con finalità di screening sul personale penitenziario; il monitoraggio periodico preventivo; il tracciamento degli eventuali contagi riguardanti il personale penitenziario, inclusi i volontari, i ministri di culto, gli assistenti sociali, i docenti e il personale che accede nelle sedi penitenziarie.

La polemica

Il Sippe è anche intervenuto in merito alla puntata di lunedì di Report su Rai 3. “Il servizio pubblico dovrebbe dare un’informazione più corretta, ascoltando – dice Alessandro De Pasquale, presidente del sindacato Sippe – e dando spazio a tutte le parti in causa in modo più completo; inoltre, quando si parla di carcere bisognerebbe conoscerlo, altrimenti si rischia di realizzare solo delle fiction”. “Basta con le fantasie – concludono De Pasquale e Bongiovanni il ministro della giustizia Alfonso Bonafede – doti la polizia penitenziaria di bodycam e di taser, così tutti possano rendersi conto, di cosa siano capaci certi detenuti facinorosi e quanto sia difficile in certi casi, fronteggiare eventi critici in carcere”.