“Il caso Melilli evidenzia le difficoltà del Pd a formare, sulla base di criteri condivisi, la propria lista per le prossime elezioni regionali”. Lo dice Salvo Baio, esponente del Pd Siracusa, che interviene sull’ipotesi del passaggio da Forza Italia al Partito democratico del sindaco di Melilli, Giuseppe Carta. 

“Iniziative nel Pd senza essere discusse”

“Di fronte a queste difficoltà, aggravate dalle dimissioni di Adorno, le correnti interne, o alcune di esse, si muovono autonomamente e, senza alcun mandato e legittimazione, prendono iniziative non discusse da alcun organismo collettivo” analizza Baio che stigmatizza i tentativi di una fetta del Partito democratico di spalcare le porte al primo cittadino.

Del resto, Carta ha sostenuto di essere stato avvicinato da alcuni consiglieri del Pd di Melilli, esponenti della sua maggioranza, per un suo eventuale trasloco. E poi, in giunta c’è l’orlandiana Flora Incontro, con delega alla Cultura e Spettacolo.

Le divisioni nel Pd

Il Pd Siracusa, prima delle dimissioni del segretario Adorno, è stato al centro di uno scontro sulla candidatura alle Primarie del Centrosinistra di Caterina Chinnici.

Contro la figlia del magistrato ucciso dalla mafia in un drammatico attentato, si sono schierati esponenti di punta dell’area Dem, tra cui l’ex parlamentare nazionale Sofia Amoddio, e l’ex deputata regionale, Marika Cirone Di Marco, firmatarie di una lettera in cui sono state spiegate le ragioni politiche del no alla Chinnici.

Dopo quella missiva, è stato sottoscritto un documento di sostegno alla Chinnici, rivendicato da un fronte trasversale del Pd, composto da Salvo Baio, Mario Blancato, dal presidente del Pd, Paolo Amenta, da Gaetano Cutrufo, Giovanni Giuca e Enzo Pupillo.

“Serve una guida solida”

“Questa deriva va fermata immediatamente, se vogliamo- dice Baio – difendere i nostri principi fondanti e la nostra tradizione. Il Pd è il partito centrale del centrosinistra e non un aggregato acchiappatutto che, attraverso questo o quell’esponente di questa o quella corrente, dietro le quinte briga per formare una lista per ospiti. Il caso Melilli pone l’urgenza di dare una guida solida al Pd per affrontare le prossime scadenze elettorali e mettere in campo un partito che torni a fare politica come soggetto collettivo”.

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