E’ stata fissata al 28 settembre l’udienza preliminare per la sindaca di Portopalo, Rachele Rocca, il vice sindaco ed assessore al Bilancio, Corrado Lentinello, ed Antonino Rocca, ex consulente dell’amministrazione comunale, indagati, a vario titolo, per tentata concussione.

Gli arresti

I tre furono arrestati nei mesi scorsi dai carabinieri ma in quel periodo, l’attuale prima cittadina ed il suo vice, ricoprivano il ruolo di consiglieri comunali: carica che venne prima sospesa, per effetto della legge Severino, ma nelle settimane successive, si dimisero, salvo poi decidere di candidarsi alle elezioni amministrative, ottenendo il consenso degli elettori.

La richiesta di rinvio a giudizio

Il pm di Siracusa ha già presentato al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Siracusa la richiesta di rinvio a giudizio per i tre indagati. Al gup spetterà le decisione se disporre o meno il processo ed in quest’ultimo caso gli indagati potranno decidere che tipo di rito processuale affrontare.

Contestualmente, come riporta il Fatto Quotidiano, il Comune di Portopalo avrebbe la possibilità di costituirsi parte civile, per cui potrebbe profilarsi, in linea teorica, l’ipotesi che la sindaca possa mettersi contro se stessa.

Le accuse degli inquirenti

Per l’accusa, i tre avrebbero fatto pressioni nei confronti alcuni imprenditori, le cui aziende avevano ottenuto dal Comune di Portopalo dei lavori, per ricevere dei favori, tra cui assunzioni di persone vicine agli indagati e soldi. Ed a supporto di questa ricostruzione, gli inquirenti hanno in mano le dichiarazioni delle presunte vittime e le intercettazioni telefoniche.

La difesa

Gli indagati, difesi dall’avvocato Giuseppe Gurrieri, hanno sempre negato le accuse come ribadito nel corso degli interrogatori di garanzia che si sono tenuti al palazzo di giustizia di Siracusa.

Documenti, chat e messaggi a sostegno degli indagati

Secondo la tesi degli esponenti politici e dell’ex consulente del sindaco, vi sono chat, messaggi vocali ed altri documenti, depositati in una memoria, che, a loro parere, li scagionerebbe dagli episodi loro contestati.