Dopo la positività del primario

Coronavirus, la bufera sull’Asp di Siracusa, nel mirino la gestione del pronto soccorso

L’infezione da coronavirus del primario del pronto soccorso dell’ospedale Umberto I ha scatenato una bufera attorno all’Asp di Siracusa. La Cisl, in un comunicato durissimo, ha accusato l’azienda sanitaria di aver esposto medici, infermieri e pazienti del reparto ad un rischio enorme, perché, in una disposizione era stato autorizzato “il ricovero delle persone in attesa dell’esito del tampone in OBI o in MCAU, ovvero al pronto soccorso”.

Il piano aziendale

Ma su questo punto, occorre fare un passo indietro, in quanto nel piano aziendale di emergenza Covid-19 (un documento di 7 pagine firmato dal direttore generale, Salvatore Ficarra, dal direttore sanitario Anselmo Madeddu e dal direttore amministrativo aziendale, Salvatore Iacolino) risalente al 16 marzo scorso, sono state date precise indicazioni sui cosiddetti pazienti paucisintomatici al coronavirus (che presentano scarsi sintomi).

Leggi anche

Coronavirus, positivo primario del pronto soccorso dell’ospedale di Siracusa, bufera sull’Asp

“Per quanto riguarda – si legge nel documento dell’Asp di Siracusa –  il personale per il reparto per paucisintomatici sarà utilizzato quello già esistente della UOC di Malattie infettive, integrato da personale proveniente dalla riduzione delle attività ambulatoriali e della chirurgia in elezione”.

La nuova disposizione

Leggi anche

Sui social video allarmante di un infermiere di Siracusa ma dall’Asp rispondono “volgare fake”

Il 26 marzo, però, salta fuori una disposizione, firmata il direttore medico del presidio ospedaliero Umberto I e Rizza, Giuseppe D’Aquila, quella tanto contestata dalla Cisl, che ha il seguente oggetto: disposizione su trattamento dei pazienti Covid-19 definiti grigi nel presidio ospedaliero dell’Umberto I. Ne sono informati il direttore del pronto soccorso, di Pneumologia, Anestesia e Rianimazione e MCAU ma il documento è inviato, per conoscenza, al direttore generale, al direttore sanitario ed al direttore amministrativo.

In questa lettera, che esplicita una “riunione tenutasi giorno 20 marzo a cui ha partecipato anche il direttore sanitario aziendale” viene indicato di definire come “caso suggestivo” di positività Covid-19 il paziente con la seguente caratteristica: valutazione epidemiologica positiva; criteri clinici per sintomatologia respiratoria; quadro TC di polmonite interstiziale; eroga analisi con valori di ipossiemia; leucopenia”.

Alla luce di questa valutazione “il paziente definito caso suggestivo – si legge –  eseguirà il tampone orofaringeo e, in attesa dell’esito, sarà ricoverato in OBI e/o MCAU (pronto soccorso) dove, fornito di mascherina chirurgica e guanti sarà posto a distanza di 2 metri dagli altri pazienti e, ove possibile, diviso da un paravento”.

Una misura fortemente contestata dal segretario generale della Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, e dal segretario generale della Cisl Medici, Vincenzo Romano per i quali “siamo di fronte ad un evidente atto di superficialità ad provvedimento adottato in maniera inspiegabile e che non tutela il personale sanitario e gli stessi cittadini”. E chiedono alla direzione “di rispettare quanto previsto nel piano aziendale”.

Leggi l'articolo completo