L’AnciSicilia aderisce alla manifestazione contro la crisi dell’agricoltura che si sta svolgendo in queste ore a Pachino e che, oltre a interessare l’intero comparto, coinvolge, in particolare, alcuni tra i più importanti comuni a vocazione agricola tra cui Francofonte, Vittoria, Gela e Palma di Montechiaro.

“La crisi del settore agricolo è tragica e ci aspettiamo che l’Unione europea e il governo regionale facciano la loro parte per soccorrere le nostre imprese e impedire che vengano messi a rischio migliaia di posti di lavoro”-.

Lo hanno detto Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’AnciSicilia che aggiungono: “Riteniamo che si debba correre ai ripari pianificando nuove strategie per la valorizzazione del made in Sicily. Ci auguriamo che imprenditori e comuni insieme, potranno diventare protagonisti di un’offerta in grado di proporre ai mercati internazionali la qualità della nostra produzione agricola”.

“L’AnciSicilia – conclude Paolo Amenta, vice presidente dell’Associazione con delega alle Politiche sociali e di sviluppo – sostiene la protesta sottolineando che per superare la crisi bisogna lavorare su due fronti: da un lato è necessario predisporre un piano di salvataggio per le nostre aziende in crisi, dall’altro bisogna partire dai fondi comunitari per sostenere il comparto anche avviando il passaggio dal semplice settore agricolo a un sistema più complesso dell’agroalimentare. Inoltre, proprio per evitare la desertificazione del nostro panorama agricolo, è necessario ridimensionare gli accordi di libero scambio. Ciò non vuol dire che vogliamo limitare gli scambi commerciali con altri Paesi, ma significa piuttosto sottoscrivere questi accordi evitando la morte delle nostre imprese e del nostro territorio”.

La crisi di mercato che ha investito quest’anno il comparto agrumicolo “si sta scaricando pesantemente sui braccianti che hanno effettuato giornate di lavoro in meno e rischiano di non raggiungere il numero minimo di giornate utili ad usufruire della disoccupazione agricola”. E’ l’allarme lanciato dalla Flai Cgil regionale che chiede al governo Crocetta “la costituzione di un tavolo di crisi- dice il segretario generale regionale, Salvatore Tripi- la riconferma delle giornate di lavoro dell’anno precedente per chi non ha potuto effettuarle a causa della crisi e l’avvio del confronto sui fondi del Psr (piano di sviluppo rurale= 2014/2020 per il rilancio del settore”. La Flai Sicilia chiede anche al governo nazionale la “modifica della legge Fornero sulle pensioni per il riconoscimento del lavoro in agricoltura come lavoro pesante e usurante”.

Intanto nella Sicilia orientale la mobilitazione dei lavoratori è stata già avviata e un’iniziativa sindacale è in programma nei prossimi giorni a Francofonte, comune a vocazione agrumicola. “L’auspicio- scrivono in una nota i segretari della Flai di Catania, Caltagirone e Siracusa- è quello di potere avviare un confronto con le istituzioni regionali e l’ufficio regionale del lavoro per affrontare il tema non più rinviabile della condizione dei lavoratori agricoli”. Il tavolo chiesto dovrà affrontare anche , per il sindacato dell’agroindustria della Cgil i temi di una riforma del mercato del lavoro che consenta di contrastare lavoro nero e caporalato e dell’adozione degli interventi necessari a rendere competitivo il settore concentrando l’offerta con nuove forme di associazionismo”.

La Flai torna inoltre a sottolineare la necessità di una riforma degli ammortizzatori sociali da parte del governo nazionale che preveda un sostegno per i braccianti agricoli che non riescono a maturare il diritto all’indennità di disoccupazione. “E’ opportuno che anche la Regione faccia la sua parte – aggiungono- convocando subito le parti sociali per definire un accordo che preveda ammortizzatori sociali in deroga per gli operai agricoli, viste le ricorrenti crisi di mercato”.

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