Le famiglie con figli minori autistici, che necessitano di terapie, non possono essere costrette a curarsi fuori dal suo distretto sanitario. E’ quanto emerge dalla sentenza della sezione Lavoro del Tribunale di Siracusa a cui si è rivolta una famiglia di Siracusa, che ha un bambino affetto da autismo, assistita dall’avvocata Elena Salemi.
Il fatto
Secondo quanto indicato dalla difesa, i genitori, che avevano scelto un percorso terapeutico nel centro Aba di Siracusa, diretto dalla dottoressa Laura Pepe, si erano poi rivolti all’Asp di Siracusa per chiedere il rimborso. L’azienda sanitaria, dalle indicazioni fornite dall’avvocata, si è, però, rifiutata, veicolando le cure verso un centro a Noto.
Il rimborso
“Il Tribunale ha stabilito che la norma impone di erogare le terapie all’interno del distretto sanitario del paziente, quindi a Siracusa e non a Noto” spiega l’avvocata Elena Salemi, secondo cui, nella stessa sentenza si evincerebbe che la stessa azienda ospedaliera “non può costringere il paziente a curarsi fuori dal suo distretto socio/sanitario”, inoltre “deve garantire in ogni caso, la terapia anche attraverso rimborso delle cure presso centri privati non convenzionati con l’Asp”.
Sentenza che fa giurisprudenza
Una sentenza che, nella tesi della difesa della famiglia siracusana, rappresenta un importante precedente per tutti i genitori siracusani con figli autistici che hanno ricevuto la proposta dall’Asp di effettuare le terapie a Noto.
“Infatti la proposta dell’ASP contrasta con il dato normativo, essenzialmente chiaro, e trascura l’impatto economico e il disagio che devono vivere queste famiglie ed i piccoli pazienti, rendendo l’ASP ed i suoi primari servizi, lontani dai cittadini” conclude l’avvocata.






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