Per salvare la produzione delle aziende del Petrolchimico di Priolo, il Governo nazionale, circa un anno fa, ha emesso il cosiddetto Salva Isab, necessario per consentire alle stesse imprese di continuare a confluire gli scarti di lavorazione nel depuratore Ias di Priolo, sotto sequestro ed al centro di una inchiesta della Procura di Siracusa per disastro ambientale.
Un provvedimento che, però, è stato bocciato dalla Corte costituzione e sulla scorta del pronunciamento della Consulta il gip di Siracusa, di recente, ha disposto il divieto alle aziende di portare i propri rifiuti nell’impianto.
Cosa sta accadendo
Al depuratore, però, ci arrivano lo stesso, del resto, come spiegano alcune fonti autorevoli del settore industriale, un impianto non si accende e spegne con un interruttore, servono procedure complesse ed in ogni caso, le imprese sarebbero costrette a fermare l’intera produzione, perché, a parte l’Ias, al momento, non ci sono altre strutture in cui portare i fanghi delle grosse imprese.
I piani delle imprese, i soldi della Regione ed il rischio chiusura
Solo che le aziende, tra cui Goi Energy, proprietaria di due raffinerie, stanno provvedendo a costruirsi un proprio depuratore. Che fine farebbe il depuratore Ias di Priolo quando le imprese leveranno le tende? I sindaci dei Comuni del Siracusano che sono sotto il cono d’ombra degli stabilimenti paventano la chiusura dell’impianto, su cui la Regione sta investendo milioni “per le realizzazione delle opere per adeguare finalmente il depuratore consortile di una delle realtà industriali più consistenti e più complesse della Sicilia” diceva il presidente della Regione, Renato Schifani, nelle ore successive alla nomina di Giovanna Picone quale commissario per l’attuazione degli interventi per l’adeguamento del depuratore consortile Ias di Priolo Gargallo.
Perché dovrebbe chiudere?
Il depuratore Ias, che è di proprietà della Regione, vede tra i soci i Comuni di Priolo e di Melilli e soprattutto i colossi del Petrolchimico, come Isab, Sonatrach, Sasol e Versalis che contribuiscono in modo importante per la sua attività. Per cui, se tra poco le stesse società avranno un proprio impianto, il destino del depuratore Ias appare segnato, peraltro dopo che la Regione ha impegnato fondi dei contribuenti.
La preoccupazione del sindaco di Priolo
Il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, è seriamente preoccupato per la fine dell’impianto ed a tal proposito, nei giorni scorsi, c’è stato un Consiglio comunale a Priolo, per discutere di questo tema. Che il pericolo sia concreto lo testimonia la presenza di tre deputati regionali, Giuseppe Carta del Mpa, che è anche sindaco di Melilli, Tiziano Spada del Pd e Carlo Auteri di Fratelli d’Italia.
“Sappiamo che nel momento in cui la Magistratura ha imposto ad ogni azienda della zona industriale di realizzare un proprio depuratore I’IAS non avrà più motivo di esistere” ha detto il sindaco di Priolo, Gianni.
I posti di lavoro a rischio
A cascata, ci sarebbero ripercussioni sul fronte dell’occupazione. “Fermo restando che faremo di tutto come già detto per garantire la ricollocazione dei lavoratori, quello che possiamo fare è “approfittare” dei deputati regionali presenti, gli onorevoli Carta, Spada e Auteri, per fare il punto durante un incontro alla Regione” chiarisce il sindaco di Priolo.
Legare il depuratore agli altri Comuni
Si cerca di salvare l’Ias, usato comunque dalla politica come una sorta di “camera di compensazione”, affidando, di tanto in tanto, incarichi a persone, a volte anche politici di professione, vicini ai potenti di turno.
Una delle idee è di legare altri Comuni all’impianto per il conferimento dei reflui civili: si pensa a Siracusa, Solarino e Floridia che avrebbero dato la loro disponibilità mentre ha già puntato i piedi Augusta che ha ottenuto un finanziamento per costruirsene uno proprio. Ed Augusta un depuratore non l’ha mai avuto. Ma c’è la sensazione, più che tangibile, che i Comuni non metterebbero le stesse risorse dei colossi del Petrolchimico, da qui l’esigenza di bussare alla porta di mamma Regione.
L’idea di Carta, “ricollocare i dipendenti nelle aziende del Petrolchimico”
Il deputato regionale Giuseppe Carta, che è anche presidente della IV Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità, nel corso del Consiglio comunale di Priolo, ha lanciato la sua proposta per salvare i lavoratori. “Nel caso in cui si dovesse – ha detto Carta – paventare il rischio di un ridimensionamento o nella peggiore delle ipotesi la chiusura dell’impianto di depurazione consortile le grandi aziende industriali dovranno intervenire facendosi carico della ricollocazione dei dipendenti IAS”.
Il Mpa ha anche paventato l’ipotesi di “uno studio di fattibilità per valutare i costi, i tempi e le modalità tecniche per la depurazione consortile dei reflui dei comuni di Priolo Gargallo e Melilli, un piano di sostenibilità economica e valorizzazione turistica dei comuni limitrofi, un piano di comunicazione e clausola sociale per i lavoratori IAS”
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