E’ stata salutata con soddisfazione da Legambiente la recente bocciatura della Corte Costituzionale del decreto del Governo noto come Salva Isab a tutela della produzione industriale nel Petrolchimico di Siracusa, minacciata dal sequestro del depuratore Ias di Priolo dove convergono i fanghi delle grandi aziende.
La vicenda
C’è, infatti, una inchiesta per disastro ambientale da parte della Procura di Siracusa ed il provvedimento del Governo tende a garantire, essendo il depuratore imprescindibile per le imprese, “il bilanciamento tra le esigenze dell’attività produttiva e dell’occupazione e la tutela della sicurezza sul luogo di lavoro, della salute e dell’ambiente”.
Solo che per la Consulta “va posto un limite temporale (massimo 36 mesi) per rimuovere le cause di inquinamento e disastro ambientale”. Ed il tempo, dalla lettura della sentenza della Corte, è scaduto. “La continuità produttiva non deve più, in nessun caso, mettere in pericolo la salute dei cittadini né provocare danni ambientali” spiegano da Legambiente.
“Si proceda al risanamento dell’impianto”
“Se non vogliamo – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -che la vicenda del depuratore dell’Ias e dei grandi impianti industriali ad esso collegati si avvii fatalmente verso una situazione di stallo che ricorda il caso delle acciaierie dell’ex Ilva di Taranto, occorre intervenire subito definendo una seria azione di risanamento tecnico e gestionale dell’impianto di depurazione e più in generale una lungimirante politica industriale sino ad oggi mancate”. Più in generale, Legambiente auspica una riconversione del Petrolchimico di Siracusa, uno dei principali fornitore di carburante in Italia, considerato che nel 2035 non potranno più circolare mezzi alimentati con combustile fossile. I
Il ruolo della Regione
L’impianto di depurazione, che peraltro ospita i reflui civili dei Comuni di Melilli e Priolo, è di proprietà della Regione e nel febbraio scorso il presidente della Regione ha nominato Giovanna Picone sub commissaria per gli interventi per l’adeguamento del depuratore consortile e dare attuazione alle prescrizioni Aia in modo da rendere la struttura adeguata alle norme a tutela dell’ambiente. “A distanza di quattro mesi rimangono oscuri gli interventi da realizzare, i tempi e soprattutto le risorse che verranno impiegate per un’operazione di adeguamento tutt’altro che facile” dice il presidente di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo.
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