Il Tribunale di Siracusa nella persona del Giudice Monocratico Liborio Mazziotta ha dichiarato l’assoluzione dei coniugi portopalesi Elena Gregori e Antonino Rocca che, assieme alla madre di quest’ultimo, scomparsa nel mese di luglio del 2019, erano imputati del reato di violazione di domicilio per fatti commessi nel mese di agosto del 2014; i tre imputati sono stati difesi nel corso dell’intero dibattimento avvocato Giuseppe Gurrieri.

Tutto ha avuto inizio dalla querela presentata dall’attore catanese Gilberto Idonea (scomparso nell’ottobre del 2018) che in forza di un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Siracusa e della conseguente presa di possesso di una villetta sita in contrada Chiappa di Pachino, aveva avviato il procedimento penale nei confronti della proprietaria Esposito Paternò Maria, dei figlio Nino Rocca e della nuora Elena Gregori accusandoli di avere concesso in locazione l’immobile in maniera illegittima.

L’attore catanese Idonea aveva all’epoca ottenuto il provvedimento di sequestro preventivo del fabbricato, rappresentando al giudice di avere il possesso della villetta, tesi questa sempre contestata dalla famiglia Rocca.

All’inizio del procedimento penale l’attore catanese aveva anche inteso costituirsi parte civile reclamando di avere subito danni economici e morali dalla condotta illecita dei tre imputati.

All’esito del dibattimento, il Giudice ha però riconosciuto valide la tesi della difesa, sostenuta dall’avvocato Giuseppe Gurrieri affiancato dalla collega Brigida Montoneri che ha rassegnato le conclusioni occupandosi della discussione a conclusione della fase dibattimentale.  Le conclusioni sono state condivise dal magistrato decidente che ha appunto pronunciato l’assoluzione degli imputati dal reato loro ascritto con ampia formula liberatoria ai sensi dell’art. 530 comma primo codice di rito penale, ritenendo la non sussistenza del fatto, in ragione della circostanza che il fabbricato non era adibito a domicilio da parte dell’Idonea ed anzi non poteva nemmeno esserlo in quanto questi, contravvenendo peraltro agli obblighi di custode del bene, lo lasciava in condizioni di assoluto degrado tanto che, per come riferito dai testimoni escussi nel corso del dibattimento, era infestato da topi e inaccessibile a causa della vegetazione spontanea che negli anni era cresciuta indisturbata.

Idonea quindi non poteva vantare alcuna pretesa sull’immobile, che di fatto non utilizzava ed anzi dimostrando incuria nella custodia del bene arrecava danni all’immobile.

Piena soddisfazione è stata espressa dal difensore che fa comunque riserva di esaminare più compiutamente le motivazioni della sentenza al fine di valutare assieme ai propri assistiti l’opportunità di impugnare il provvedimento nella parte relativa alla mancata condanna della parte civile.