“Il Governo dichiarerà sito di interesse strategico nazionale il depuratore Ias“. Lo afferma Stefania Prestigiacomo, ex parlamentare di Forza Italia ed ex ministro dell’Ambiente, che interviene sul decreto Salva Ias, anticipato ieri su BlogSicilia dall’ex deputato regionale del M5S, Giorgio Pasqua.

Un Dpcm per Ias

Nel testo,  pubblicato sulla Gazzetta ufficiale in riferimento alle “Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale” è indicata l’urgenza per “la gestione dell’ ex Ilva di Taranto” ma non si fa cenno, in modo specifico al depuratore di Priolo, per cui, nelle prossime ore, il Governo nazionale predisporrà un Dpcm allo scopo di far rientrare l’impianto tra le priorità nazionali, come l’Ilva appunto.

La corsa contro il tempo

L’esecutivo deve fare presto per “sanare” la vicenda Ias, al centro di un’inchiesta giudiziaria per disastro ambientale della Procura di Siracusa, anche perché, nei giorni scorsi, l’amministratore giudiziario del depuratore di Priolo Antonio Mariolo, in una lettera inviata alle aziende del Petrolchimico, alla Regione, al Tribunale di Siracusa ed al Comune di Priolo, ha intimato di “avviare le operazioni di interruzione dei conferimenti” nell’impianto, che vorrebbe dire la fine delle attività produttive nel Petrolchimico dove vi sono colossi industriali come Eni, Lukoil, Sonatrach e Sasol, coinvolte nell’inchiesta dei magistrati sull’Ias.

Il decreto nei casi di sequestro

All’articolo 6 del decreto sono previste le disposizioni in “materia di sequestro” come nel caso dell’Ias. “Il giudice autorizza la prosecuzione – si legge nel testo – dell’attività se, nell’ambito della procedura di riconoscimento dell’interesse strategico nazionale, sono state adottate misure con le quali si è ritenuto realizzabile il bilanciamento tra le esigenze di continuità dell’attività produttiva e di salvaguardia dell’occupazione e la tutela della sicurezza sul luogo di lavoro, della salute e dell’ambiente e degli altri eventuali beni giuridici lesi dagli illeciti commessi”.

Non punibilità

Inoltre, “chiunque agisca al fine di dare esecuzione – si legge nel decreto – ad un provvedimento che autorizza la prosecuzione dell’attività di uno stabilimento industriale o parte di esso dichiarato di interesse strategico nazionale non è punibile per i fatti che derivano dal rispetto delle prescrizioni dettate dal provvedimento dirette a tutelare i beni giuridici protetti dalle norme incriminatrici, se ha agito in conformità alle medesime prescrizioni”.

L’affondo di Pasqua (M5S)

Secondo Pasqua, il decreto “disinnesca quindi la possibilità che i magistrati possano sequestrare impianti che mettano a rischio la continuità produttiva” per cui il provvedimento “rischia di sbattere contro gli scogli della Corte costituzionale”