Il gip del Tribunale di Siracusa ha disposto la scarcerazione di una donna di 52 anni,  Maria Nicosia, siracusana, arrestata dalla polizia per detenzione di sostanze stupefacenti per fini di spaccio e detenzione di arma clandestina. La decisione è stata assunta al termine dell’udienza di convalida dell’indagata, difesa dall’avvocato Junio Celesti, e tra le ragioni addotte dal giudice c’è la circostanza che la donna non ha precedenti penali.

Tre kg di droga

Al termine della perquisizione, nella sua abitazione, in via Italia, nella zona nord di Siracusa, gli agenti della Squadra mobile hanno rinvenuto un ingente quantitativo di droga, per circa 3 kg. In particolare, sono stati scovati circa un kg di cocaina in pezzi solidi, marijuana per circa un kg ed hashish per 824 grammi.

Trovata una pistola

Inoltre, in quella casa c’erano  bilancini elettronici di precisione ed una macchinetta per effettuare il confezionamento sottovuoto. Nella stanza, inoltre, è stata rinvenuta e sequestrata una pistola a salve, modificata artigianalmente, marca Bruni modello 32, con caricatore e 11 cartucce calibro 380. Come disposto dalla Procura di Siracusa, a conclusione degli accertamenti la donna era stata accompagnata in carcere, nel penitenziario femminile di piazza Lanza, a Catania ma adesso si trova nella sua abitazione, ai domiciliari.

Sentenze di condanne per un gruppo siracusano

Il gup del Tribunale di Catania ha emesso le sentenze di condanna nei confronti di 27 imputati, tutti siracusani, accusati di far parte di un gruppo dedito al traffico di droga organizzato in dei fortini, ricavati nelle palazzine popolari di via Algeri, a nord di Siracusa.  Si tratta del processo, in primo grado con il rito abbreviato, scaturito dall’inchiesta denominata Algeri coordinata dai magistrati della Procura distrettuale di Catania e conclusa dai carabinieri nel marzo del 2021.

Nella ricostruzione dell’accusa, gli imputati avrebbero realizzato le cittadelle della droga, sbarrando con dei cancelli diverse parti di edifici mentre in cima alle palazzine c’erano le vedette per controllare chi entrava ed usciva dalla piazza dello spaccio. La pena più importante è stata inflitta a Maximiliano Genova, condannato a 20 anni, ritenuto dagli inquirenti, il capo di questo gruppo, suddiviso in tre sezioni. Il denaro accumulato con la vendita di cocaina, hashish, crack, e marijuana sarebbe stato in parte utilizzato per nuovi approvvigionamenti e per pagare gli stipendi dei corrieri, staffette e spacciatori al dettaglio.

 

Articoli correlati