C’è la prima siracusana, una ragazzina di 13 anni, che avrà il doppio cognome, quello del padre e della madre, secondo quanto previsto da una sentenza della Corte costituzionale risalente all’aprile del 2022.

La richiesta presentata dai genitori

Nelle settimane scorse, i genitori hanno deciso di presentare una richiesta in questura, i cui uffici hanno girato la comunicazione alla prefettura di Siracusa, per cui “le motivazioni che hanno motivato la presentazione dell’istanza appaiono legittime e plausibili”, inoltre, “non si evidenziano conseguenze pregiudizievoli per altre persone”.

La scelta del padre

Una scelta che sarebbe stata caldeggiata dallo stesso padre della bambina, evidentemente sensibile al tema della parità, come del resto stabilito dalla Consulta che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 262, comma 1, del Codice civile “nella parte in cui prevede, con riguardo all’ipotesi del riconoscimento effettuato contemporaneamente da entrambi i genitori, che il figlio assume il cognome del padre, anziché prevedere che il figlio assume i cognomi dei genitori, nell’ordine dai medesimi concordato, fatto salvo l’accordo, al momento del riconoscimento, per attribuire il cognome di uno di loro soltanto”.

Cosa prevede la Corte

La Corte suprema ha infatti stabilito che il cognome del figlio “deve comporsi con i cognomi dei genitori”, nell’ordine deciso dagli stessi, salva la possibilità che, di comune accordo, i genitori attribuiscano soltanto il cognome di uno dei due”

L’avviso all’Albo pretorio

Insomma, la bimba avrà il doppio cognome, prima occorrerà consumare l’ultimo passaggio burocratico quello dell’affissione nell’albo pretorio del Comune di Siracusa indicante “il sunto della sopraindicata domanda con la quale ha chiesto il cambiamento del cognome della figlia minore”.

Serve una legge

Servirà, comunque, una legge, il cui iter è ripartito in Senato, a Roma, un paio di mesi fa per cancellare una convenzione del patriarcato che, secondo i giudici della Consulta, stride “con il principio costituzionale della parità uomo-donna”.