“Prima si stanzino i soldi, ovvero si approvi una grande manovra finanziaria che faccia arrivare i soldi nei conti correnti di chi non potrà lavorare (subito e non tra mesi), solo dopo si decida la chiusura, non viceversa”.

E’ la denuncia del sindaco di Lentini, Saverio Bosco, piuttosto critico con la decisione del Governo nazionale di imporre con il Dpcm un semi lockdown,  che rischia di mettere in ginocchio il sistema economico del paese. In Sicilia, sono state già organizzate manifestazioni di protesta, tra cui a Palermo, Catania, Siracusa e Vittoria, ma, fino ad ora, a parte qualche episodio, non ci sono stati grandi disordini anche se nelle prossime ore sono annunciate altre marce. E più passeranno i giorni, maggiori saranno le difficoltà per contenere le proteste e così, secondo il sindaco di Lentini, Comune a nord del Siracusano, la rabbia potrà essere placata solo con provvedimenti economici in grado di far respirare gli operatori economici. 

“Perché da domani non ci sarà soltanto Forza Nuova in piazza, ma ci sarà la rabbia delle persone per bene” afferma il sindaco Saverio Bosco ma la sua preoccupazione è quella degli altri sindaci.

Le categorie produttive sono molto preoccupate, la Cna Siracusa assicura che oltre 2000 operatori, tra gestori di ristoranti e bar, sono sull’orlo del baratro. “Siamo estremamente preoccupati – affermano i vertici di Cna Siracusa guidati dal presidente territoriale Innocenzo Russo – per il quadro che si sta delineando. L’assunzione di responsabilità degli imprenditori è stata pressoché totale con attenzioni, sanificazioni e controllo. Pensare di applicare di fatto una serrata senza aver chiarito anticipatamente le azioni correttive mette a serio rischio la coesione sociale. È tempo di esser chiari, di porre in essere tutte le azioni possibili – concludono  i vertici di Cna Siracusa –  per scongiurare il crollo di settori che determinano parte rilevante del Pil dell’intero paese”.