• I nomi delle 7 persone finite nell’operazione antidroga Drive in
  • C’è anche una coppia che avrebbe gestito lo spaccio
  • Quantificato dalla polizia anche il volume di affari

Sono 7 le persone arrestate al termine dell’operazione antidroga denominata Drive in conclusa nelle ore scorse dalla polizia di Avola.

I nomi

Sono in carcere Angelo Toscano, 46 anni, catanese; Gianluca Liotta, 48 anni; Sonia Silvia, 40 anni, marito e moglie; Emanuele Eroe, 38 anni, Sebastiano Costa, 36 anni, Vincenzo Caruso, 33 anni;  Andrea Silvia, 35 anni.

Indagati a piede libero

Un obbligo di dimora è stato emesso per un un uomo, A.S. di 53 anni. Indagati a piede libero sono C.C. 29 anni, D.C., 35 anni, e A.L., 48 anni.

Le accuse

Sono accusati a vario titolo ed in concorso di traffico di sostanze stupefacenti, evasione ed estorsione aggravata, sia consumata che tentata, in quanto, in alcune occasioni, avrebbero minacciato i loro clienti che avevano contratto dei debiti per acquistare la droga.

Il fornitore

Secondo quanto emerso nell’inchiesta, coordinata dai magistrati della Procura di Siracusa, la cocaina al gruppo di Avola sarebbe stato venduta all’ingrosso da un fornitore catanese, Angelo Toscano.

Le partite di stupefacenti, nella tesi degli inquirenti, sarebbero state prima custodite in un’autocarrozzeria per poi essere suddivise in dosi e vendute infine ai clienti che rimanevano in sosta sulle proprie auto, con motore ancora acceso.

La coppia a capo del traffico

A gestire la banda, secondo quanto emerge nell’inchiesta della Procura di Siracusa, sarebbe stata una coppia, Gianluca Liotta, 48 anni e Sonia Silvia, 40 anni,  con quest’ultima al vertice poco dopo l’arresto del consorte, che, nonostante fosse ai domiciliari, avrebbe dato lo stesso il suo contributo.

Il giro di affari

Gli investigatori sono riusciti a decodificare il linguaggio criptico usato dagli indagati nelle loro conversazioni e grazie all’ascolto hanno ricostruito il giro di affari, quantificato in circa 35 mila euro in appena 90 giorni.

Le estorsioni

Per la riscossione del prezzo dai clienti che lamentavano il loro stato di indigenza e che quindi non erano in grado di onorare il debito, gli indagati, a volte personalmente, altre con il contributo di altre persone, avrebbero fatto ricorso alle minacce, anche di morte, e di violenza fisica.

La denuncia della mamma di un tossicodipendente

Una donna, preoccupata delle possibili ritorsioni ai danni del proprio figlio che non sarebbe riuscito ad onorare il suo debito con il gruppo si è rivolta ai poliziotti del commissariato di Avola. Gli agenti, grazie alle immagini delle telecamere, hanno documentato  numerosi episodi  di estorsione compiute per la riscossione dei crediti.

La vita di lusso

Grazie al traffico di droga, gli indagati, secondo la polizia,  avrebbe avuto uno stile di vita ampiamente superiore alle loro possibilità economiche.

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