E’ durato circa 5 ore l’incidente probatorio di Gregorio Signorelli, 36 anni, catanese, scampato all’agguato a colpi di fucile in un fondo agricolo in contrada Xirumi, a Lentini, in cui hanno perso la vita Agatino Saraniti, 19 anni, e Massimo Casella, 47 anni, catanesi.  Un duplice omicidio per cui gli agenti di polizia hanno arrestato due custodi Giuseppe Sallemi, 42 anni, e Luciano Giammellaro, 70 anni, entrambi lentinesi, che si trovano in carcere. Il trentaseienne, interrogato  nell’aula del gip del tribunale, al secondo piano del palazzo di giustizia di Siracusa, ha sostanzialmente confermato la ricostruzione fornita al magistrato nelle ore successive al delitto che inchioda i due custodi. Nel verbale della sua deposizione avvenuta il 15 febbraio nel reparto di Chirurgia dell’ospedale Garibaldi di Catania dove era ricoverato, ha ammesso che lui insieme alle vittime si erano recati fin lì per rubare arance ma mentre stavano per fare ritorno a casa a bordo di un mezzo hanno capito di essere seguiti.

Il verbale dell’interrogatorio

“Saremmo potuti scappare – ha detto Signorelli –  ma abbiamo deciso di aspettare” ed “eventualmente sistemare la faccenda”. Secondo Signorelli, l’auto inseguitrice sarebbe stata un fuoristrada. “Ho visto che il mezzo – ha detto il testimone – era guidato da Giuseppe, quello che mi ha sparato”. “Massimo che era in mia compagnia conosceva Giuseppe ed anche la persona che lo accompagnava  e che rispondeva al nome di Luciano. Ricordo infatti che mentre Giuseppe mi puntava il fucile, Massimo chiedeva all’altro, appellandolo con il nome di Luciano, di dire a Giuseppe di mettere via il fucile. Massimo si è fatto riconoscere da Giuseppe chiedendo disperatamente di abbassare il fucile” ma “Giuseppe rispondeva: m’ha unchiato a minchia. Nun m’anteressa, quindi ha esploso un colpo a distanza di 5 o 6 metri verso di me”. Il racconto di Signorelli è arricchito da altri particolari. “Sono scappato verso la sbarra ed ho potuto vedere che Luciano inseguiva Agatino che gridava: me zio perché mi vuoi ammazzare?”  “Ho visto Giuseppe che dopo avermi sparato subito dopo sparava a Massimo prendendolo alla schiena. Vedo Massimo cadere per terra.  Penso che Giuseppe si sia convinto  di avermi ucciso. L’altro Luciano, con i capelli bianchi, insegue Agatino. Gli ha sparato alle spalle”.

All’incidente probatorio erano presenti i difensori dei familiari delle vittime, rappresentati dagli avvocati Emiliano Bordone, Fabio Presenti, Pierpaolo Montalto e Rossana Scibetta, il legale di Gregorio Signorelli,  Paola Lopresti. Il collegio difensivo degli indagati è composto dagli avvocati Franco Passasini e Davide Giuseppe Giugno.