Il gip del tribunale di Siracusa ha disposto l’incidente probatorio di Gregorio Signorelli, 36 anni, catanese, scampato all’agguato a colpi di fucile in un fondo agricolo in contrada Xirumi, a Lentini, in cui hanno perso la vita Agatino Saraniti, 19 anni, e Massimo Casella, 47 anni, catanesi.  Un duplice omicidio per cui gli agenti di polizia hanno arrestato due custodi Giuseppe Sallemi, 42 anni, e Luciano Giammellaro, 70 anni, entrambi lentinesi, che si trovano in carcere.

In quest’udienza, fissata per il primo di luglio e sollecitata dal pm Andrea Palmieri, titolare del fascicolo di inchiesta, Signorelli sarà interrogato per la ricostruzione del delitto. Era stato lui, in un letto di un ospedale di Catania dove si trovava ricoverato per le ferite riportate a seguito della sparatoria, a puntare l’indice contro i custodi, che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, li avrebbero sorpresi a rubare arance.

“Si impone l’acquisizione della deposizione nelle forme dell’incidente probatorio, onde evitare il rischio del fisiologico decadimento del patrimonio conoscitivo di Signorelli” scrive il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Siracusa, Andrea Migneco. I due presunti assassini potranno seguire l’interrogatorio di Signorelli in videoconferenza dal carcere in cui sono detenuti. Oltre alla testimonianza del superstite all’agguato, in favore dell’accusa ci sarebbe anche l’autopsia del medico legale sui corpi delle vittime, eseguita  nei giorni successivi al delitto. Secondo quanto emerso nella perizia, i colpi esplosi sarebbero stati 6 e tre di questi avrebbero raggiunto Saraniti. Uno alla schiena ma, secondo una prima ricostruzione degli agenti di polizia e della Procura di Siracusa, il killer ne avrebbe esplosi alti due mentre il ragazzo era a terra. Sarebbe stata una vera e propria esecuzione se questa modalità dovesse essere confermata, di certo, secondo la tesi degli inquirenti, non ci sarebbe stata alcuna legittima difesa, che, invece, ha invocato, durante l’interrogatorio Giuseppe Sallemi, 42 anni, custode di fondi agricoli, fermato dalla polizia nelle ore successive al delitto.

L’indagato avrebbe spiegato al pm di Siracusa che, sentendosi minacciato dai tre catanesi, arrivati fin lì per rubare delle arance, avrebbe fatto fuoco. Solo che nella perizia, il consulente legale avrebbe scoperto che tutte e tre le vittime sono state colpite alle spalle. Va detto, però, che la difesa di Sallemi, poco dopo l’arresto, aveva chiesto una perizia psichiatrica nei confronti del suo assistito. Dell’incidente probatorio sono state informate tutte le parti: oltre ai custodi, difesi da Franco Passasini e Davide Giuseppe Giugno, ed a Gregorio Signorelli, assistito dall’avvocato Paola Lopresti, il provvedimento è stato notificato ai familiari della vittime, rappresentati dagli avvocati Emiliano Bordone, Fabio Presenti, Pierpaolo Montalto e Rossana Scibetta.

 

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