“Le conseguenze economiche del lockdown potrebbero aprire zone grigie, in cui le associazioni criminali sono pronte a muoversi, attirando con le sirene di una pronta liquidità che però zavorra la libera vita di imprese e persone”. Lo affermano i deputati nazionali e regionali del M5S in merito alla catena di intimidazioni, a suon di bombe e di incendi, che da oltre un mese hanno stretto in una morsa la città. L’ultimo episodio inquietante si è tradotto con l’esplosione di un ordigno contro l’ingresso di una macelleria in viale Santa Panagia, il rione della zona nord di Siracusa dove opera da decenni un clan mafioso anche se pesantemente azzoppato da arresti e condanne dei suoi esponenti di spicco.

Uno dei problemi che ha da sempre contrassegnato la lotta al racket delle estorsioni è la penuria di denunce da parte delle vittime degli attentati, come spesso dichiarato dalle forze dell’ordine e dalle associazioni anti pizzo. Le deputazioni nazionali e regionali del M5S lanciano l’ennesimo appello alla collaborazione. “Invitiamo chiunque si trovi in difficoltà a rivolgersi – scrivono parlamentare nazionali Paolo Ficara, Maria Marzana, Pino Pisani, Filippo Scerra e i deputati regionali Stefano Zito e Giorgio Pasqua -alle forze dell’ordine e alle istituzioni. E anche noi ci mettiamo a disposizione di chi, non per sua colpa, teme di essere finito nella rete della delinquenza. Con il contributo della società civile e con la regia della Prefettura, si alzi un forte e sicuro argine di legalità, a contrasto di ogni attività illecita”.

La deputazione del M5S ritiene che la risposta a queste intimidazioni, comprendenti anche gli incendi alle auto per non parlare del rogo ai danni di un mini market in via Gioberti, nel rione della Borgata, sarà dura. ““Nelle ultime settimane abbiamo assistito – dicono i parlamentari – a un crescendo di atti criminali che hanno creato una certa inquietudine tra cittadini e imprese di Siracusa. Se la criminalità organizzata pensa di poter sfruttare a proprio vantaggio la situazione venutasi a creare, anche a causa dell’emergenza coronavirus, si sbaglia di grosso”